In Piazza Duomo la solenne cerimonia per il 2 giugno
Si celebra oggi in tutta Italia la festa della Repubblica: a Siena la cerimonia come di consueto si e tenuta in piazza Duomo, aperta con la solenne alzabandiera, simbolo dell’Unità nazionale, e la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica, seguita dai messaggi del sindaco Luigi De Mossi, del presidente della Provincia, Silvio Franceschelli, e del prefetto Armando Gradone.
Successivamente rappresentanze degli studenti dell’Istituto comprensivo ”Leonardo da Vinci” di Poggibonsi, della scuola media ”Repetti” di Sarteano e della scuola media ”Vittorio Alfieri“ di Buonconvento hanno letto gli elaborati che hanno ricevuto il premio speciale del Prefetto di Siena per il ”Campionato di giornalismo 2018 – 2019 – Cronisti in Classe”, organizzato dal quotidiano La Nazione.
Poi, in linea con il progetto ”Viaggio nelle carceri”, avviato su impulso del Presidente della Corte Costituzionale per diffondere all’interno delle carceri la conoscenza della Costituzione, è stata letta una riflessione di un gruppo di detenuti della Casa circondariale di Siena.
“In questo giorno – è il messaggio del sindaco Luigi De Mossi – il mio pensiero va a tutti noi italiani, popolo onesto e laborioso ed in particolare va ai militari di tutte le Forze Armate che prestano servizio dentro e fuori i confini nazionali e che dedicano il loro lavoro e il loro sacrificio alla sicurezza della nostra Patria per mantenere la pace in zone dove tutt’ora ci sono controversie sociali e militari. Oggi è la festa della nostra Repubblica, ed il pensiero va anche a quei milioni di persone che il 2 giugno del 1946 fecero una scelta che poneva fine alla monarchia. Ed è da qui che vorrei partire oggi. Dall’esercizio di democrazia diretta che fu il referendum, che fece scegliere il nostro modello di stato e a cui si accompagnò anche l’elezione dei membri dell’Assemblea Costituente da cui nacque la Costituzione Italiana. Fu un grande momento di partecipazione in cui si colse l’occasione per ritrovare e rinsaldare il senso di appartenenza comune alla Nazione, attraverso la capacità delle donne e degli uomini dell’epoca di perseguire in primis gli obiettivi dell’unità e del profondo rinnovamento istituzionale, facendo così nascere un’Italia nuova, libera e democratica. È rimasta nella storia, tra le altre, la celebre frase che Piero Calamandrei, membro della Costituente, rivolse ai ragazzi dell’epoca: “Dietro ogni articolo della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta”. La Repubblica è lo spazio pubblico in cui le differenti sensibilità politiche e i legittimi interessi di parte trovano una collocazione e una sede per confrontarsi, anche animatamente. La Repubblica, quando si nutre di partecipazione, è autorevole e non teme il conflitto, perché lo sa governare, garantendo da ogni tentazione discriminatoria le libertà fondamentali dei suoi cittadini. Vorrei concludere ricordando le parole di Orianna Fallaci, alla quale la città a breve dedicherà una strada: “La Patria non è un’opinione. O una bandiera e basta. La Patria è un vincolo fatto di molti vincoli che stanno nella nostra carne e nella nostra anima, nella nostra memoria genetica. È un legame che non si può estirpare come un pelo inopportuno.” Con questi sentimenti, uniti, “stringiamoci a coorte” come dice il nostro inno nazionale gridando insieme:
W LA REPUBBLICA, W L’ITALIA”.
Elena Pianigiani