Pier Paolo Fiorenzani, azionista Mps, ex assessore al comune di Siena e dirigente politico di lungo corso, evidenzia l’importanza della presa di posizione del Presidente Eugenio Giani su Mps – tesa a chiedere la permanenza dello Stato nel capitale per altri due anni – che definisce “autorevole”. “Ormai allo snodo cruciale della drammatica vicenda MPS, ne ricorda – in premessa – sia i danni pubblici che quelli dei piccoli risparmiatori” fa sapere Fiorenzani.
L’intervento: “Tanti piccoli azionisti non si costituirono parte civile nell’azione legale verso MPS, giunta a sentenza con la condanna di Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori. Ero e rimango fra loro, perché : 1) il Monte, in termini retributivi e di crescita professionale, mi ha dato più di quanto, da pensionato, mi hanno poi tolto gli otto aumenti di capitale, riducendomi a due sole azioni. Del resto, ho scritto e ripetuto che mai avrei danneggiato l’Istituto, sempre difeso dal diabolico disegno di desenesizzazione. Per i piccoli azionisti, il recupero sarà di poche migliaia di euro, mentre c’è chi ha avanzato richiesta colossale per i suoi clienti. Se come paventato, “la sentenza potrebbe riaprire i termini per la costituzione di altre parti civili”, forse stuzzicando grossi appetiti, sulla ex Banca di Siena continuerebbero a cascare ‘l’anno,il malanno e l’uscio addosso’; 2) non gioisco della condanna di alcuno, ma non posso dimenticare indignato quanto – nelle Assemblee MPS per l’aumento di capitale – Profumo e Viola mi rispondevano : …“se lo spreed si abbassa il Monte si salva da se (…) ha in pancia 27 miliardi di titoli di Stato” (Profumo) invece erano Nomura e Santorini. O ancora ex verbale 21 Maggio 2014 “questo, Le assicuro, è l’ultimo aumento di capiatale” (Viola); non la “bevvi”, né lo votai perché ad ogni aumento c’è una perdita secca del 99% di valore delle azioni. Ho votato – aggiungo – contro l’abolizione del tetto azionario dei privati che era al 4%, ultimo baluardo di difesa del Monte, invece prospettatoci “essenziale per attrarre capitali e risalire”.
“Dopo le acquisizioni – continua – da ‘Banca 121’ad Antonveneta, col conseguente disastro, era ora di terminare il tempo dell’inganno, continuato invece sotto Profumo e Viola ancora contando, a Roma e oltre, sull’ ignavia dei senesi. Nonostante l’azione di Morelli e successori per risanare la Banca, temo che, nelle ipotesi di aggregazione, si rimanga “vaso di coccio”, e speriamo non da spezzatino. Il Monte “non merita di finire alla berlina”, condivido. Dobbiamo pertanto lottare uniti, Istituzioni e Città – già lo sono i Sindacati – per ottenervi la permanenza dello Stato altri due anni : lo ha richiesto il Presidente Eugenio Giani, il quale parla col Ministro Roberto Gualtieri più che “col Ministero”…. come racconta il Sindaco De Mossi il quale “ha intenzione che ci sia anche la Regione dal Ministero”. Stante l’attuale assetto societario, Comune, Provincia e Fondazione MPS debbono, colloquiando positivamente, seguire il Presidente della Toscana. In tema di ‘Magistratura giusta’, si può – al contrario di ogni contenzioso legale alla Bivona – auspicare che la richiesta di danni della Fondazione si converta in azioni MPS e, quindi, come ho sempre auspicato, recuperare il peso di Siena nella Banca. La partita è politica, concordo col Presidente Carlo Rossi”.