Torna a farsi sentire il movimento transfemminista “Non una di meno” con molteplici iniziative anche a Siena. Il 22 maggio è stato l’anniversario dell’approvazione della legge 194 sull’interruzione di gravidanza e oggi pomeriggio le attiviste senesi sono scese in piazza con un flash-mob che vuole denunciare e contrastare gli attacchi alle donne, ai loro corpi e alla loro libera autodeterminazione. Una protesta simbolica nata in conseguenza all’approvazione dell’emendamento che permetterà alle Regioni di collaborare con associazioni antiabortiste per l’organizzazione dei servizi dei consultori. La Toscana, con una dichiarazione dell’assessore alla Salute Simone Bezzini e del Presidente Eugenio Giani, esclude di avvalersi della possibilità prevista dall’emendamento, che considerano “assolutamente sbagliata”.
“Come nodi toscani del movimento transfemminista di Non Una di Meno, che dal 2017 si battono per il diritto alla salute sessuale e riproduttiva – spiegano le attiviste – ricordiamo come purtroppo, pochi anni fa, la Regione Toscana provò, con la delibera n. 1186 del 30/10/2017, ad erogare ben 195.000 euro al Forum Toscano delle associazioni per i diritti della Famiglia, un enorme gruppo di associazioni antiabortiste che di lì a 3 anni avrebbero dovuto collaborare con i consultori pubblici in materia di supporto alle gravidanze difficili”.
Oggi sono scese in piazza perché vogliono di più: “Se questo cambio di passo della Regione è mosso realmente dall’idea che l’interruzione volontaria di gravidanza sia un diritto inalienabile e che i consultori e gli ospedali debbano fare di tutto per permettere un accesso rapido- affermano -, senza stigma e senza giudizio al servizio, con protocolli allineati con le ultime linee guida dell’OMS, allora chiediamo che la Regione Toscana provveda urgentemente alla convocazione di un tavolo tecnico che definisca i nuovi protocolli applicativi della RU486 (risalgono al 2020), al fine di consentire l’avvio delle procedure “at home” per l’aborto farmacologico. Questi protocolli prevedrebbero l’introduzione dell’IVG farmacologica proprio nei consultori, quegli spazi tanto contesi in queste settimane e negli anni a venire. L’aborto farmacologico dovrebbe essere possibile fino alla 12esima settimana di gravidanza nei consultori e a casa. Siamo ben lontani da questo traguardo, e a rimetterci è la nostra salute. Ribadiamo ancora una volta che nessuno può decidere su di noi”.