"Food for profit": il docufilm di Giulia Innocenzi arriva a Siena

Sarà visibile martedì 26 marzo dalle ore 16 al Polo San Francesco dell'Università di Siena

Di Simona Sassetti | 22 Marzo 2024 alle 16:00

"Food for profit": il docufilm di Giulia Innocenzi arriva a Siena

Il dibattutissimo “Food for profit” della giornalista Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi approda a Siena. Martedì 26 marzo alle ore 16, su iniziativa di Cravos Siena, il documentario di indagine e denuncia sull’industria alimentare della carne fa tappa non al cinema ma al Polo San Francesco, sede dei dipartimenti di economia (Aula Franco Romani). Dopo la proiezione il regista Pablo D’Ambrosi, parlerà della realizzazione del film e risponderà alle domande del pubblico. Presentato in anteprima al Parlamento europeo giovedì 22 febbraio e proiettato due giorni fa a  Montecitorio grazie alla deputata di Europa Verde Eleonora Evi, si trova da lunedì 18 febbraio al quarto posto della top 10 del box office giornaliero, con la media di incassi per sala più alta del momento.

Food for Profit è il primo documentario che mostra il filo che lega l’industria della carne, le lobby e il potere politico. Al centro ci sono i miliardi di euro che l’Europa destina agli allevamenti intensivi, che maltrattano gli animali, inquinano l’ambiente e rappresentano un pericolo per future pandemie. In questo documentario investigativo con approccio cinematografico, Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi ci guidano in un viaggio illuminante e scioccante in giro per l’Europa, dove si confronteranno con allevatori, multinazionali e politici. Con loro una squadra di investigatori che ha lavorato sotto copertura negli allevamenti dei principali paesi europei, svelando la realtà che si cela dietro le eccellenze della produzione di carne e formaggio. A Bruxelles, un lobbista è riuscito a portare con sé una telecamera nascosta là dove le decisioni vengono prese, raccogliendo informazioni sconvolgenti.

Simona Sassetti

Nasce a Siena nel 1991, lavora a Siena Tv dal 2016. Ha scritto prima sul Corriere di Siena, poi su La Nazione. Va pazza per i cantanti indie, gli Alt-J, poi Guccini, Battiato, gli hamburger vegani, le verdure in pinzimonio. È allergica ai maschilismi casuali. Le diverte la politica e parlarne. Ama il volley. Nel 2004 ha vinto uno di quei premi giornalistici sezione giovani e nel 2011 ha deciso di diventarlo



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