Una lettera aperta per chiedere all’esecutivo guidato dal presidente Mario Draghi un intervento puntuale sul futuro di Mps, ancora nebuloso e fonte di numerose speculazioni. L’ha scritta il sindaco Luigi De Mossi che si chiede “Qual è la sorte riservata al Monte dei Paschi di Siena? La domanda è rivolta al Governo che non può ignorare una partita così complessa. Bisogna fare chiarezza con la Bce e avviare una strategia che tuteli uno dei brand più importanti nel settore bancario”.
“Vorremmo sapere se e quali siano le opinioni e le scelte del Governo probabilmente di concerto con l’Europa – scrive De Mossi nella lettera aperta, riportata da Adnkronos, che contiene molte domande sul futuro di Mps – Sono state avviate trattative per modificare il piano di uscita dello Stato il cui termine finale, ad oggi, è alla fine del 2021? Vi è un progetto strutturato per risarcire e indennizzare i tanti potenziali creditori, prima fra tutti la Fondazione Mps? Senza violare la riservatezza, ci sono trattative in corso per la cessione del Monte ad altra banca e se sì, quali sono le linee guida che il Governo intende applicare? I dati che vengono pubblicati sulla stampa nazionale sono asseverati dagli organi di controllo, in particolare hanno da dire qualcosa il Collegio sindacale e i componenti il Consiglio di Amministrazione? Quali garanzie occupazionali verranno richieste per i dipendenti che ancora dimostrano un attaccamento non comune alla Banca? Il rapporto col territorio, sia in termini di uffici direzionali che storici, come si vuole regolare?”
“Questa ridda di voci sul futuro della Banca che passano dallo spezzatino alla fusione, alla liquidazione, non aiutano certo la Banca né il suo territorio né l’immagine nazionale – sostiene il sindaco di Siena, che fa poi altre domande – L’attività propria, sia finanziaria che di raccolta, come sta andando? Come si intende risolvere il problema della capitalizzazione? Infine quale valutazione dà il Governo sulla gestione attuale?”.
De Mossi prosegue evidenziando: “Il Governo (cioè il Mef) possiede il 64% del capitale, avrà quindi un’opinione e la potrà far valere sul progetto presentato dalla Banca che prevede una grave e non meno dolorosa riorganizzazione della banca che impatterebbe in modo significativo sul territorio”.
“Il Comune, la Fondazione, la Regione e la Provincia da tempo – ancora De Mossi – hanno chiesto di avviare un tavolo di discussione per trovare una soluzione ragionevole e rispettosa di tutti gli interessi in gioco dichiarandosi disposti a valutare anche ipotesi transattive sulle pendenze legali. Ma finora la risposta è stato un assordante silenzio” conclude il sindaco di Siena.