Gaiole, al via nuova campagna di scavi nella villa romana di Monti in Chianti

Il progetto mira a far luce su un’importante villa di epoca romana, testimone della presenza di proprietà imperiali e del ruolo dell’area del Chianti nell’economia e nella società del mondo romano

Di Redazione | 16 Dicembre 2024 alle 14:00

Gaiole, al via nuova campagna di scavi nella villa romana di Monti in Chianti

La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo ha avviato una nuova campagna di scavo archeologico presso il sito della villa romana nei pressi della Chiesa dell’Ascensione a Monti in Chianti (cosiddetta Pieve San Marcellino), anche con il contributo del Comune di Gaiole in Chianti. Questo progetto mira a far luce su un’importante villa di epoca romana, testimone della presenza di proprietà imperiali e del ruolo dell’area del Chianti nell’economia e nella società del mondo romano.

“Mi fa molto piacere che la Soprintendenza abbia avviato questa nuova campagna di scavi sul nostro territorio – ha commentato il sindaco di Gaiole in Chianti Michele Pescini –aggiungendo un importante tassello, al percorso che il Comune di Gaiole in Chianti ha avviato con l’ambizioso investimento sul Museo. Non abbiamo, infatti, mai pensato di realizzare una struttura museale statica, ma di concepirlo come un progetto in continuo divenire. Gli scavi archeologici garantiscono crescita e dinamicità e nuove conoscenze. Abbiamo investito sul filone archeologico e storico nella consapevolezza del grande potenziale di questo territorio e soprattutto del valore che la riscoperta delle proprie radici può rappresentare per i singoli cittadini e come collante della comunità.”

Un sito di straordinario valore storico
Scoperta inizialmente nella primavera del 1900 durante i lavori di risistemazione della canonica, l’area archeologica ha restituito reperti straordinari, tra cui iscrizioni marmoree, un altare e una base di statua databili tra il I e il IV secolo d.C. Questi elementi attestano la gestione di proprietà imperiali da parte di liberti come Tiberius Claudius Glyptus e la presenza di procuratores della famiglia flavia.

Indagini condotte dall’Università di Siena tra il 2012 e il 2013 hanno individuato le strutture di una villa romana di grandi dimensioni, dotata di una pars urbana (residenza del proprietario) decorata con marmi pregiati provenienti dalla Grecia e dalla Turchia, pavimenti a mosaico e una zona produttiva ancora in fase di studio. Il ritrovamento di frammenti ceramici, vetri e monete suggerisce che il luogo sia stato frequentato tra il II secolo a.C. e il VII secolo d.C.

Un nuovo capitolo di ricerca
La campagna 2024 si concentrerà sull’area a est della Chiesa dell’Ascensione, dove le prospezioni geomagnetiche hanno identificato strutture sepolte di grande interesse. L’obiettivo è ampliare la conoscenza della villa e della sua evoluzione, concentrandosi sull’area produttiva della villa antica e valorizzando al contempo il sito come parte integrante del patrimonio culturale del Chianti.

Eventi e coinvolgimento del pubblico
Per promuovere la conoscenza del progetto e coinvolgere la comunità, saranno previste visite guidate allo scavo nel mese di gennaio e laboratori didattici dedicati al lavoro degli archeologi presso il Museo Alle Origini del Chianti a Gaiole all’interno degli spazi del neonato hub culturale Chianti Origo.

“La villa romana di Monti in Chianti rappresenta un tassello fondamentale per comprendere l’organizzazione del sistema insediativo in epoca romana e la gestione delle proprietà imperiali nella regione, in relazione anche alla colonia romana di Siena,” –  ha dichiarato Maria Gabriella Carpentiero, funzionaria archeologa della Soprintendenza di Siena e responsabile del progetto. Aggiungendo che “grazie alla collaborazione con l’Università di Siena, potremo approfondire aspetti come le produzioni alimentari attraverso l’analisi dei residui organici conservati nelle ceramiche rinvenute.

“Queste nuove indagini rappresentano un’opportunità per arricchire il percorso espositivo del nostro museo – ha aggiunto Marco Firmati, direttore del Museo – che già racconta una parte della storia della villa attraverso le iscrizioni e i lussuosi elementi architettonici, come colonne e capitelli di marmo”.



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