Gaiole in Chianti: la villa romana e i tesori ancora sepolti, prosegue la campagna di scavo

Grande successo dell'open day con visita guidata al cantiere di scavo organizzato sabato scorso. A Buongiorno Siena il sindaco di Gaiole in Chianti Michele Pescini

Di Redazione | 21 Gennaio 2025 alle 16:30

La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo ha avviato una nuova campagna di scavo archeologico a Monti in Chianti, nei pressi della Chiesa dell’Ascensione, anche con il contributo del Comune di Gaiole in Chianti e la collaborazione dei proprietari del terreno, Marco e Giovanni Ricasoli, con l’obiettivo di approfondire il ruolo del Chianti nell’economia e nella società del mondo romano.
Per offrire ai cittadini la possibilità di vedere da vicino il cantiere di scavo insieme agli archeologi e vedere in anteprima i primi reperti emersi durante la nuova campagna di scavo è stato organizzato sabato scorso un open day con visita guidata al sito della villa romana, nei pressi della Chiesa dell’Ascensione a Monti in Chianti (cosiddetta Pieve San Marcellino).
Scoperta inizialmente nella primavera del 1900 durante i lavori di risistemazione della canonica, l’area archeologica ha restituito reperti straordinari, tra cui iscrizioni marmoree, un altare e una base di statua databili tra il I e il IV secolo d.C., oggi esposti nel Museo Alle Origini del Chianti presso Chianti Origo.
La nuova campagna di scavi si è concentrata sull’area a est della Chiesa dell’Ascensione, dove le prospezioni geomagnetiche hanno identificato strutture sepolte legate all’area produttiva della villa. L’obiettivo è ampliare la conoscenza della villa e della sua evoluzione, valorizzando al contempo il sito come parte integrante del patrimonio culturale del Chianti.
“15 anni fa facemmo un saggio – ha raccontato a Buongiorno Siena il sindaco di Gaiole in Chianti Michele Pescini – non dico casuale, ma comunque una scommessa, da cui vedemmo che c’era qualcosa. La fortuna ha voluto che uno di quei ragazzi che studiava e veniva a scavare era proprio Gabriella Carpentiero, oggi funzionaria archeologa della Soprintendenza, che ha deciso di tornare a vedere nella zona, ottenendo finanziamenti ministeriali. Una bella storia e in effetti lo scavo ha dato già molte indicazioni: c’è una villa romana, sembra, che si estende intorno alla pieve di San Marcellino, probabilmente anche sotto. Un’area molto grande dove si può dire che già si faceva vino: hanno trovato dei pavimenti in coccio pesto, dei frammenti che verranno ora studiati dall’Università di Siena per vedere il materiale organico che c’era dentro per avere questa conferma”.


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