Giornata nazionale contro i disturbi alimentari: "L’anoressia ci ha unite!", la storia di Giulia e Beatrice

Di Redazione | 15 Marzo 2025 alle 12:00

Giornata nazionale contro i disturbi alimentari: "L’anoressia ci ha unite!", la storia di Giulia e Beatrice

Nella Giornata nazionale della lotta ai disturbi del comportamento alimentare pubblichiamo una storia che è tratta dal progetto ‘Love Project’, ideato dal senese Niccolò Innocenti, che è molto seguito sui social, soprattutto Instagram e Tik-Tok. Un ‘viaggio’ quello che fa Niccolò, attraverso tante esperienze raccontate dai protagonisti, che hanno come denominatore comune l’amore.

Ed ecco la storia di Giulia e Beatrice.

 

Due milioni e mezzo di donne in Italia soffrono di disturbi alimentari.

Giulia e Beatrice si sono conosciute a causa di uno di questi, ma hanno trasformato la malattia in un’amicizia e nel loro lavoro.

Dal 2021, infatti, entrambe sono i volti e le portavoce di Peso Positivo, un progetto volto a sensibilizzare e informare sui disordini alimentari, partendo dalle piattaforme social.

Peso Positivo organizza eventi e assemblee in scuole, aziende e associazioni sportive.

Giulia e Beatrice raccontano la loro storia in occasione di questi appuntamenti, accompagnate da un team di specialisti nell’ambito dei DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare).

“Abbiamo sofferto entrambe di anoressia nervosa, ci siamo conosciute durante il percorso di cura. Siamo capitate nella stessa stanza d’ospedale: una doppia, una coincidenza” – esordisce Beatrice sorridendo.

“E’ facile cadere nella trappola del confronto con le altre, ma io e lei” – continua – “ci siamo supportate fin da subito”.

Durante l’intervista ci raccontano che le loro passioni e la voglia di restare in vita le hanno salvate.

“L’anoressia ti inganna” – afferma Giulia – “ti illude di avere tutto sotto controllo, soprattutto quello che mangi. Ti senti padrone di tutta la tua vita, peccato che non è così”.

Nel parlare con loro vengono toccati molti aspetti della loro esperienza e dei disturbi alimentari: dall’importanza delle parole che si usano nei confronti di chi è vittima di queste malattie ai falsi pregiudizi nei confronti dei DCA.

“Si pensa che l’anoressia corrisponda ad un corpo in grave sottopeso” – dice Giulia – “perciò, fino a che non vediamo un corpo magrissimo, non ci preoccupiamo”.

Lei ci tiene a sottolineare che “quando un corpo cambia, nella persona, certi pensieri e sintomi sono già in azione da tantissimo tempo”.

Questa è una delle tantissime testimonianze di vittime di disordini alimentari, che ogni anno vanno ad aumentare sempre di più, colpendo in particolar modo ragazzi e ragazze nella fase pre-adolescenziale e adolescenziale, come ci informano le portavoce di Peso Positivo.

“Il nostro compito è quello di mettere sotto i riflettori una problematica sociale molto importante, indirizzando il nostro messaggio non tanto a chi soffre di un DCA, quanto alle persone vicine a chi ne soffre” – puntualizzano loro – “dai compagni di scuola in licei ed istituti, ai genitori e amici presenti nelle aziende”.

Una storia affascinante, quella che lega Giulia e Beatrice, un invito a ricordare che non tutto il male vien per nuocere.

Alla domanda se volessero scambiare il loro presente con il non aver sofferto di anoressia nervosa, la loro risposta è stata: “No. Assolutamente no. Siamo fiorite così tanto da una ferita così grande che non la cambieremmo con niente”.

“E poi non ci saremmo conosciute…” – continua Beatrice ridendo leggermente.

Giulia la incalza: “No. No. Assolutamente no. Non scambierei proprio nulla” – dice in maniera sorridente e commossa.

Un’ennesima prova di come l’amore allevia i dolori e riempie di gioia le nostre vite.



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