“Orizzonti della ricerca: incontro con i ricercatori e le ricercatrici del PNRR” è stato uno dei tanti convegni organizzati al Rettorato di Siena nella lunga Giornata Nazionale delle Università di oggi. Un appuntamento finalizzato a presentare le attività di ricerca svolte in Ateneo nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che rappresenta un momento importante di valorizzazione delle attività in corso, con l’obiettivo di apprezzare le ricadute applicative e tecnologiche nell’ambito produttivo e imprenditoriale.
“Oggi è una giornata importante, un momento che vede al centro proprio i ricercatori e le ricercatrici del nostro Ateneo, reclutati nell’ambito dei progetti Pnrr – spiega l’iniziativa la Pro-Rettrice di UniSi Donata Medaglini -. Ci hanno presentato quelle che sono le loro ricerche, gli impatti tecnologici e applicativi che queste possono avere. Mi fa piacere dire che sono ben 53 i ricercatori a tempo determinato reclutati nell’ambito dei progetti Pnrr e che dei 64 milioni di finanziamenti che sono previsti per i progetti Pnrr, circa 1/4 è dedicato proprio al reclutamento di ricercatori a tempo determinato, ma anche di assegnisti, tecnologi e dottorandi di ricerca”.
Attori protagonisti di questa Giornata Nazionale delle Università sono stati i ricercatori e le ricercatrici e anche a Siena hanno potuto parlare del loro impegno e del loro lavoro quotidiano all’interno dei più disparati Dipartimenti delle tante facoltà che l’Università di Siena offre.
“Io mi occupo di malattie respiratorie rare e questo progetto Pnrr ha l’obiettivo di identificare nuovi target terapeutici per pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica, che ad oggi rimane una patologia idiopatica con poche strategie terapeutiche – racconta la sua esperienza Miriana D’Alessandro, ricercatrice in Medicina di Laboratori nel Dipartimento di Scienze Mediche AOUS -. Quindi il nostro obiettivo è quello di fare ricerca in ambito di biomarcatori che siano biomarcatori per migliorare quelle che sono le conoscenze della patogenesi della malattia, sfruttare queste conoscenze e traslarle come potenziale nuova terapia in questi pazienti”.
“Noi ci occupiamo di interazione uomo-robot e quindi di cercare di creare una comunicazione bilaterale tra uomo e robot – spiega Maria Pozzi, ricercatrice Dipartimento di Ingegneria UniSi -. L’uomo che manda un comando al robot e il robot si muove di conseguenza e poi dà delle informazioni su quello che ha fatto alla persona, quindi rendendo la persona sempre più consapevole di quello che sta succedendo. Il nostro obiettivo è quello di creare dei robot che in qualche modo estendano le capacità umane, quindi che non siano dei meri collaboratori autonomi che sincronizzano le loro azioni con la persona, ma che proprio vadano a estendere la capacità umana di manipolare oggetti. Noi ci occupiamo soprattutto della parte di manipolazione presa robotica”.
Protagonisti della lunga giornata di iniziative promosse dall’Università di Siena sono stati i ricercatori e le ricercatrici dell’Ateneo attraverso approfondimenti dei loro percorsi di studio finanziati anche dal PNRR: ecco i loro racconti