Guerra in Ucraina: il racconto di un senese bloccato a Kiev

"Ci siamo svegliati con i missili" dice Paolo Buricca. Il suo racconto tra rifugi antiaerei e armi distribuite ai civili

Di Redazione | 24 Febbraio 2022 alle 21:40

I missili che volano sulla città, un inferno al quale nessuno può essere preparato. La situazione a Kiev, la capitale dell’Ucraina, si fa sempre più tesa ogni ora che passa. Voli bloccati, armi distribuite ai civili, rifugi antiaerei pronti ad accogliere chi vive nelle grandi città: la situazione sembra surreale, ma purtroppo fa parte della cruda realtà della guerra. A raccontare la situazione e le sensazioni che vivono a Kiev è stato Paolo Buricca, senese che divide la sua vita tra Chiusi e Kiev, che in questo momento si trova nella capitale ucraina.

Qual è la situazione in questo momento?
“Stamani alle 5 ci siamo svegliati con delle bombe, o meglio dei missili, che venivano giù e hanno colpito due aeroporti militari vicino a Kiev”.

Lei si trova spesso a Kiev per lavoro quindi conosce la zona, come si è evoluta la situazione negli ultimi giorni?
“Sì io vivo da 20 anni a Kiev, dove passo più o meno il 70% del mio tempo, mentre per il restante 30% vivo in Toscana, a Chiusi. Non pensavamo mai che sarebbero arrivati fino a Kiev, eravamo sempre convinti che interessasse loro il Donbass o la lingua di terra che arriva fino alla Crimea, ma fino a Kiev non avremmo mai pensato”.

Le istituzioni che indicazioni stanno dando ai cittadini?
“L’ambasciata ci monitora tutto il giorno e ci ha dato indicazioni in caso di attacco aereo, di portarci a dei punti di raccolta. Vivendo in centro città sotto al mio palazzo ci sono due rifugi antiaereo e ci hanno dato l’ok per rifugiarci lì in caso di attacco aereo”.

La sua volontà era quella di tornare, ma tutti i voli sono stati bloccati. Come farà a tornare in Italia?
“L’aeroporto è bloccato. Avevo il biglietto aereo per domani mattina, ma stanotte è scattato il no-fly zone e quindi non ci sono più voli commerciali. Vedremo un po’, proverò a tornare quando saranno di nuovo disponibili voli. Alcuni miei amici sono partiti in macchina per Leopoli. Alcuni italiani li hanno fatti passare, altri amici ucraini che sono tra i 18 e i 60 anni li hanno bloccati perché sono stati richiamati alle armi”.

Paolo Buricca. Vive tra Chiusi e Kiev, ora si trova nella capitale ucraina

Qual è il rischio concreto per i civili in questo momento?
“La situazione a Kiev sembra abbastanza tranquilla, ma non lo è nei dintorni. A Karkov ad esempio, che si trova a circa 450km da qui, sembra che i russi abbiano preso possesso del municipio. Nel pomeriggio hanno bombardato un altro aeroporto a 60km da Kiev. La preoccupazione è principalmente perché ci sono dei combattimenti vicino a Chernobyl, dove ci sono ancora scorie radioattive”.

Abbiamo sentito anche di armi che vengono distribuite ai cittadini…
“Sì, ai civili vengono distribuite armi. Ci sono centri di raccolta e reclutamento per chiunque voglia recarsi al fronte o difendere la città. Stanno richiamando anche tanti medici e infermieri perché ci sono tante necessità al fronte. Mi hanno chiesto anche se fossi disponibile a una donazione di sangue e l’ho fatto, perché per me l’Ucraina è una seconda patria”.

E’ in contatto con altri italiani e con l’ambasciata?
“Con l’ambasciata siamo sempre in contatto tramite sms. Ho alcuni amici qui italiani con cui sono in contatto tutto il giorno. Sembra abbastanza tranquillo per ora, il problema è che non si riesce a trovare denaro contante perché i bancomat non distribuiscono più di 8/10€ e c’è una fila interminabile nei supermercati e nei distributori di benzina”.



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