“Per il 26% delle imprese della ristorazione, il periodo giugno-ottobre si è concluso con un crollo dei fatturati ben superiore al 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Qui, in provincia di Siena come altrove. Poco consola sapere che le performance positive registrate durante l’estate, in particolare nelle località di mare, abbiano contribuito a diluire il dato medio, stabilizzandolo a un meno 35,9% dei fatturati di media. Nelle città d’arte, ad esempio, così non è stato. Ciò che conta ora sono le prospettive per il futuro. Ci vogliono chiarezza nelle regole e nei ristori. Entrambi elementi che mancano. E non di poco”.
E’ chiaro Marco Cioni, presidente Fipe Confcommercio Siena. “In questo momento i ristoratori vedono nero. Molto nero. Secondo l’ultimo report dell’Istat ripreso dall’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio, infatti, i mesi invernali vedranno un’ulteriore contrazione dei volumi d’affari, con il 34,1% delle imprese che si aspettano fatturati più che dimezzati nel periodo dicembre-febbraio e soprattutto con un imprenditore su 10 che ha già previsto un azzeramento totale degli incassi. Siena non si discosta da questo quadro”.
“Un disastro annunciato – fa notare Cioni – determinato dal clima di sfiducia che si è venuto a consolidare durante l’autunno quando solamente il 15,1% delle imprese della ristorazione e dell’accoglienza ha potuto restare completamente aperto, lavorando a pieno regime pur in un contesto di generale debolezza dei consumi. La stragrande maggioranza ha invece dovuto fare i conti con una limitazione della propria attività, confinata spesso al solo asporto e ad un po’ di food delivery almeno per chi ha deciso di farlo”.
Ma c’è di peggio. Secondo la fotografia scattata dall’Istat il 4% circa delle imprese della ristorazione che ha completamente chiuso i battenti durante l’autunno, non ha alcuna speranza di riaprire. Una percentuale anche 5 volte più alta rispetto ad altre categorie di imprese e professionisti. “Questo dato ben fotografa chi è stato davvero a pagare più di altri la crisi da Covid-19 – chiosa Marco Cioni – In Germania coprono il 90% dei costi fissi e il 75% del fatturato mancato. Noi abbiamo bisogno di conoscere le regole e di avere dei contributi reali. E’ necessario i il risarcimento dei danni causati dalla pandemia alle attività commerciali, la cancellazione di ogni forma di imposizione fiscale relativa al 2020, l’applicazione dei rating bancari 2019, un provvedimento che modifichi l’attuale disciplina delle locazioni commerciali, escludendo l’ipotesi di sfratto per inadempienza, e rinegoziazione dei canoni di locazione su parametri adeguati all’attuale situazione”.
“Questi sono elementi fondamentali per dare fiato alla nostra categoria, perché lo Stato, che siamo anche noi, ci aiuti a vedere una luce in fondo a questo lunghissimo tunnel. Ci devono spiegare perché questo non avviene. Perché si è deciso di far pagare ad una intera categoria la gran parte del peso del Covid. Noi non ci stiamo”.