Martedì 10 settembre, ore 21:15, chiostro di Abbadia Isola, Marco Valenti dell’Università di Siena (cattedra di Archeologia Medievale), in collaborazione con Lo Stanzone delle Apparizioni, terrà la conferenza “I BARBARI A CASA LORO. Brutti, sporchi e cattivi o creatori di un nuovo mondo?”. Siamo abituati a conoscere i Barbari soprattutto per le invasioni/migrazioni. L’attenzione è infatti rivolta agli estesi raggruppamenti armati che tra IV e VI secolo costituirono dei regni in gran parte dell’Occidente. Si tratta però della visione parziale di una storia in realtà millenaria, connotata da un livello di scoperte archeologiche formidabili, svoltasi tra l’Europa centro-settentrionale, quella centro-orientale, la penisola scandinava.
Territori connotati da centri di popolamento ed economie diverse che, soprattutto intorno all’VIII secolo, iniziarono a uniformarsi oltre a essere protagonisti da tempo di un ampio circuito di commerci e grandi mercati in sostituzione dei traffici mediterranei.
Sono vicende affrontate di rado in Italia pur avendo prodotto esiti importanti, in seguito ai quali un “centro” (l’Impero romano) venne sostituito dalla “periferia” (il Barbaricum) in un formidabile ribaltamento di ruoli a partire dal V-VI secolo.
Le sconfinate terre aldilà dell’antico limes romano si caratterizzavano per la presenza di società tribali dinamiche e in continuo cambiamento. L’evoluzione delle sepolture elitarie e i centri insediativi noti mostrano l’emergere di capi tribù impegnati nel gestire bande di guerrieri impiegate come fattore di stabilizzazione sui propri territori ma anche come eserciti, persino polietnici, in guerre regionali per fare bottino o per allargare la propria sfera di influenza; i grandi laghi nei quali si sacrificavano alle proprie divinità le armi dei vinti mostrano raggruppamenti tra 200 e 1.000 guerrieri.
In quei secoli, Roma costituiva un’attrattiva come fonte di arricchimento; richiedeva alleanze dietro remunerazione, creava occasioni “lavorative” come mercenari, poteva essere obiettivo di saccheggio oppure di pagamenti da esigere; rappresentava con le sue merci, desiderate, un latore di moda, gusto e prestigio.
I capi tribali cercarono di affermare la propria figura e dinastizzare la posizione conquistata. Fu uno sforzo permanente, con esiti diversi, perseguendo modelli in vita e in morte di tipo esclusivo; applicarono schemi comportamentali, di relazioni, di intervento sul paesaggio modificandolo per mostrare tangibilmente la propria posizione e ruolo rivestito. Ci riuscirono soprattutto a partire dal V secolo.
Contemporaneamente, e semplificando, si osserva inoltre un solido regno in espansione costituito dai Franchi, caratterizzato da una società con tante sfumature di gerarchia. A esso si contrapponeva l’area scandinava che vide lo sviluppo di potentati rurali macro-regionali già dal III/IV secolo e in crescita esponenziale nei secoli successivi, catalizzando attività commerciali nel controllo di rotte da e per il Reno, convogliandole verso i mari del nord: non casuale per esempio, l’enorme quantità di oro qui rinvenuta. Erano basati su insediamenti di rango superiore, con autorità politico-religiosa ed economica, coordinati da clan familiari di guerrieri che avevano smantellato l’antico ordinamento tribale e nei quali spiccava la “fattoria magnatizia”: una sorta di reggia dotata di costruzioni estremamente grandi. Alcune di queste creazioni territoriali poterono rappresentare realmente i primordi di costituzioni regie di più ampio respiro, evolute nei primi veri regni in Danimarca dal IX-X secolo, in Svezia e Norvegia.
Tutto questo e molto di più verrà narrato seguendo lo svolgersi una storia straordinaria; un’occasione molto rara nel nostro Paese.
In caso di maltempo gli eventi si terranno al coperto nella Sala Ildebrando.
Informazioni e prenotazioni allo 0577 304834 oppure scrivendo a [email protected]
Sarà possibile, prenotando, fare un aperitivo con tagliere, a 15 euro, presso il BarMaM.