In corso al polo didattico di Via Mattioli il workshop conclusivo del progetto europeo COST ENERGIC
La percezione generale dell’area urbana senese e l’inquinamento acustico in città indagate attraverso le rilevazioni dei cittadini via app: è il lavoro di ricerca del Laboratorio Dati Economici Storici Territoriali (LADEST) dell’Università di Siena, guidato dalla professoressa Cristina Capineri, sviluppato all’interno del più ampio progetto europeo COST ENERGIC, che viene presentato nel workshop conclusivo in corso presso il dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive, in via Mattioli 10.
COST ENERGIC è una rete di ricerca composta da oltre 250 ricercatori provenienti da università, enti cartografici nazionali, agenzie di protezione ambientale, istituti di ricerca e aziende sul tema dell’informazione geografica creata dagli utenti, la cosiddetta crowdsourced geographic information o volunteered geographic information.
Il gruppo dell’Ateneo senese in particolare ha svolto alcune sperimentazioni attraverso applicazioni mobile libere relative alla percezione del rumore nelle varie aree della città di Siena e alla più generale percezione positiva e negativa dell’aera urbana, traducendo i dati raccolti in cartogrammi che indicano visivamente le zone di comfort e discomfort. Obiettivo principale della sperimentazione era quello di adottare e applicare delle regole simili a quelle di un gioco in contesti non di gioco, favorendo il coinvolgimento dei cittadini nella rilevazione di dati in ambiente urbano durante la loro vita quotidiana. “Si tratta di dati che riguardano le impressioni e le sensazioni personali – spiega la professoressa Capineri – aggiuntivi e non sovrapponibili quindi alle rilevazioni con indicatori oggettivi, come ad esempio nel caso del rumore la misurazione dei decibel. La raccolta su base volontaria dei dati si basa su una descrizione attiva delle sensazioni percepite durante i propri spostamenti in città. Il cittadino in questo modo contribuisce alla ricerca scientifica diventando attore della cosiddetta citizen science, nuova frontiera per la creazione di conoscenza dal basso ad alto valore aggiunto per la ricerca, per le istituzioni e per la formazione sia secondaria che universitaria”.
Durante il workshop conclusivo del progetto saranno presentate le sperimentazioni nell’ambito della citizen science e della crowdsourced information dei vari gruppi di ricerca che partecipano, con un’attenzione particolare alla metodologia e all’uso di questi strumenti nella ricerca scientifica e alle potenzialità successive di trasferimento dei dati raccolti in altri contesti, da quello didattico alle indicazioni di politica territoriale.
“I dati raccolti attraverso questa metodologia – aggiunge la professoressa Capineri – sono interessanti perché arricchiscono e integrano le rilevazioni ufficiali, offrendo un quadro più completo di alcuni fenomeni, utile per affinare politiche di intervento sul territorio”.