“Dal topo al cinghiale: mammiferi, biodiversità, conservazione” è il titolo del convegno che si è tenuto venerdì pomeriggio all’Accademia dei Fisiocritici. Obiettivo dell’incontro: aprire un focus sui mammiferi come elementi chiave dei nostri ecosistemi naturali: il loro contributo nel preservarne la funzionalità e la stabilità ha infatti ricadute positive per gli altri esseri viventi, inclusi gli umani.
Il convegno, aperto dai saluti del Presidente dell’Accademia prof. Giuseppe Manganelli e del prof. Francesco Frati dell’Università di Siena e del National Biodiversity Future Center, ha visto il susseguirsi interventi di sette studiosi del tema, introdotti e moderati dal prof. Francesco Ferretti dell’Università di Siena e del National Biodiversity Future Center.
Sono stati presentati casi di studio relativi a carnivori, ungulati e roditori in aree protette, a livello regionale e nazionale.
“Questi gruppi di mammiferi – ha detto Francesco Ferretti insieme ai suoi collaboratori Martina Calosi e Niccolò Fattorini – includono specie di grande rilevanza per l’uomo dal punto di vista economico, sociale e culturale. I mammiferi sono infatti componenti significativi della biodiversità e comprendono specie in grado di influenzare importanti processi che caratterizzano le comunità biologiche. Conoscere i fattori che influenzano la ricchezza di specie di mammiferi, la loro ecologia, il comportamento, i loro rapporti e i possibili impatti sugli habitat è fondamentale per definire idonee strategie di conservazione e gestione ambientale”.
Il convegno, che ha ottenuto il patrocinio del National Biodiversity Future Center, è stato organizzato da Accademia dei Fisiocritici e Università di Siena e fa parte di una delle attività del progetto Eco-Cult che ha il contributo di Regione Toscana-GiovaniSì. Oltre a questi soggetti hanno collaborato e contribuito alle ricerche presentate anche Ente Parco Regionale della Maremma, Fondazione Ethoikos, D.R.E.AM. Italia, Regione Toscana e Tuscany Enviroment Foundation.