Tumori cerebrali, nuove combinazioni terapeutiche, identikit del micro-ambiente tumorale e vaccini anti-cancro. Sono questi i quattro pilastri dell’immunoterapia del futuro. A tracciare la strada sul futuro della ricerca sono stati i “big” mondiali dell’immuno-oncologia insieme ai massimi esperti italiani riunitisi a Siena dal 7 al 9 ottobre in occasione della quinta edizione del “Think Tank, A Vision of I-O: call for actions” organizzato dal professor Michele Maio, direttore del Centro di Immunoncologia dell’Aou Senese e presidente della Fondazione Nibit, motore del progetto, in collaborazione due eccellenze internazionali come il Parker Institute for Cancer Immunotherapy e il World Immunoterapy Council.
“L’immunoterapia ha senza dubbio rivoluzionato la cura di molti tumori – spiega il professor Maio – a partire dal melanoma al tumore al polmone che, grazie a questo approccio che prevede la stimolazione del sistema immunitario affinché riconosca ed elimini le cellule tumorali, stiamo riuscendo a controllare la malattia sempre più a lungo». Negli anni, complice lo sviluppo di farmaci capaci di agire su bersagli differenti del nostro sistema di difesa, i risultati si sono fatti sempre più consistenti e oggi, grazie all’utilizzo di combinazioni di immunoterapici, la sopravvivenza sul lungo periodo è in costante aumento. Esiste però una quota di persone che purtroppo non risponde efficacemente ai trattamenti. Ecco perché la ricerca è al lavoro nel tentativo di identificare le ragioni di questa mancata risposta.
“Il mancato successo dipende da diversi fattori che presi insieme determinano lo “spegnimento” della risposa immunitaria – continua il professor Maio-. Fattori riassumibili con il termine di micro-ambiente tumorale. In futuro sarà sempre più importante riuscire a caratterizzarne le diverse componenti in modo da prevedere il successo o meno del trattamento. Non solo, in base all’analisi del tumore e dell’ambiente in cui cresce sarà possibile identificare nuove strategie in grado di aumentare l’efficacia dell’immunoterapia». Tra queste, una potrebbe essere rappresentata dallo sviluppo di nuovi vaccini terapeutici, un campo tornato sotto la luce dei riflettori grazie alla tecnologia a mRNA con cui sono stati prodotti i vaccini che oggi stanno contribuendo al controllo della pandemia da Sars-Cov-2. All’evento di Siena, in una sessione interamente dedicata, si è discusso dell’utilizzo, attualmente in sperimentazione clinica, dei vaccini a mRNA per andare a migliorare l’efficacia dell’immunoterapia. Una strategia ancora in via di sviluppo che potrebbe rappresentare un ulteriore passo avanti nella lotta al cancro. La V edizione del Think-Tank è stata anche l’occasione per discutere di quei tumori – come il glioblastoma – per cui l’immunoterapia sino ad oggi non ha prodotto risultati significativi, e più in generale delle metastasi cerebrali in cui, al contrario, vi è un’importante efficacia.
“Recentemente, grazie ad uno studio promosso da Fondazione Nibit, abbiamo dimostrato che l’immunoterapia può essere utile anche quando la malattia è localizzata al cervello – spiega la professoressa Anna Maria Di Giacomo -. Nel trial clinico Nibit-M2, in cui abbiamo trattato pazienti con metastasi cerebrali silenti dovute a melanoma, abbiamo dimostrato come un’opportuna strategia di combinazione di più immunoterapici con target differenti possa cambiare la storia dei pazienti con metastasi cerebrali. Un primo passo verso un cambio di visione della strategia da adottare quando si hanno di fronte persone con tumori o metastasi cerebrali. L’immunoterapia non deve essere esclusa a priori”. Prossimo appuntamento dal 6 all’8 ottobre 2022, sempre a Siena, per la VI edizione del Think Tank a Vision of I-O: call for actions.