Solidarietà da parte di Flai e RSU FTSA CGIL.
Da vent’anni a questa parte il punto vendita Mercatone Uno di Colle Val d’Elsa ha costantemente prodotto utili, nonostante le difficoltà vissute dal gruppo nel suo intero apparato composto da 74 negozi, di cui Colle Val d’Elsa rappresenta l’ottava realtà in una scala di maggiori profitti. È per tale motivo che diventa ancora meno accettabile che si continui a sacrificare i lavoratori sull’altare di una mera logica del mercato che impone manovre finanziarie prive di ogni fondamento. Tra i suoi circa 50 lavoratori si sono formate diverse ed importanti professionalità che sono state in grado di produrre utili anche nei momenti più delicati e complessi e che oggi, per ragioni a loro non imputabili, corrono il serio pericolo di ritrovarsi senza occupazione. Dal 2015 i lavoratori hanno dovuto subire riduzioni di orario per la Cassa Integrazione ed ora trenta di loro sono a rischio di licenziamento per il trasferimento della proprietà alla Cosmo s.p.a., mentre per gli altri venti verrebbe garantita una continuità occupazionale di due anni, con un grande punto interrogativo sul loro futuro. La RSU FTSA CGIL trova questa situazione ingiusta e priva di ogni logica, e ritiene che i lavoratori che hanno investito nell’azienda portando, peraltro, ad essa solo una serie ininterrotta di guadagni meritino riguardo e la salvaguardia dei propri posti di lavoro e ripone piena fiducia nelle istituzioni affinché si adoperino per garantire il rispetto e la tutela dei diritti dei lavoratori.
La drammatica situazione che stanno vivendo i lavoratori del Mercatone Uno e le loro famiglie non ci può lasciare indifferenti e intendiamo manifestare la nostra stretta vicinanza a loro in queste ore difficili. Anche la Flai Cgil di Siena, il sindacato dei lavoratori dell’agroindustria, esprime la sua solidarietà e vicinanza alla lotta delle maestranze della Mercatone Uno di Colle di Val d’Elsa.
“Ci auguriamo – dichiara l’organizzazione sindacale – che la vertenza possa risolversi con il salvataggio dei 50 posti di lavoro, non è giusto che i lavoratori e le loro famiglie debbano pagare a caro prezzo decisioni prese da ‘imprenditori’ poco lungimiranti”.