Volge al termine questo 2023, anno elettorale per Siena. Dopo i cinque anni della prima amministrazione targata centrodestra della città, guidata da Luigi De Mossi, quello di maggio scorso si è trasformato in un appuntamento elettorale del tutto nuovo che ha “incoronato” la prima donna sindaco di Siena. Si tratta di Nicoletta Fabio che al ballottaggio del 28 e 29 Maggio ha strappato con il 52,2% e 12545 voti la vittoria ad Anna Ferretti, candidata del centrosinistra.
Un’elezione considerata sia in continuità, essendo espressione del centrodestra che nei cinque anni precedenti sosteneva De Mossi, ma anche di cambiamento visto che proprio l’ex sindaco era sceso in campo per sostenere un altro candidato, Massimo Castagnini, arrivato quarto al primo turno.
Nicoletta Fabio ha saputo attrarre al ballottaggio anche quella costola di voti prettamente civici che al primo turno avevano scelto Fabio Pacciani, a differenza della proposta molto più politica e, forse esclusivamente politica, della concorrente Ferretti. Un centrodestra forte anche dell’onda lunga della vittoria alle elezioni politiche del 2022, che consolida la sua maggioranza in Consiglio Comunale a trazione Fratelli d’Italia, con 11 scranni per il partito meloniano, 2 rispettivamente per Forza Italia e Lega, 4 per i civici di Siena, in tutti i sensi (diventati a settembre Gruppo Le Biccherne), 1 per Sena Civitas e Movimento Civico Senese. Evidente impronta di Fratelli d’Italia anche in Giunta Comunale con 4 assessori, mentre 1 assessore per ogni altra forza che sostiene questa maggioranza.
Un anno roseo quindi per il centrodestra, ma non per il centrosinistra e per il PD che, a livello provinciale ma soprattutto comunale, sta attraversando un periodo di riorganizzazione interna abbastanza faticoso. Proprio dal 29 maggio infatti è orfano di un Segretario dell’Unione Comunale, dopo le dimissioni post voto di Massimo Roncucci. Ma se il 2023 ormai è alle spalle, non c’è tempo da perdere perché elezioni chiamano elezioni, e il 2024 è ancora un anno elettorale, questa volta non è il capoluogo ad essere interessato, ma i comuni della provincia, ben 29 comuni della provincia, con un’incertezza storica che potrebbe travolgere sia i centri più grandi come Poggibonsi o Colle Val d’Elsa, sia quelli più piccoli, dove civismo e politica, come è successo a Siena, potrebbero trovare un accordo segreto o alla luce del sole e che potrebbero aprire scenari del tutto nuovi nelle città, in provincia o addirittura in regione.