Il 2024 è stato l’anno più caldo in Toscana dal 1955 a oggi. Un record che si accompagna a una tendenza preoccupante: infatti al secondo posto c’è il 2022, al terzo il 2023. La temperatura media dell’anno appena chiuso è stata 16,4°, al secondo posto il 2022 con 16,27°, poi il 2023 con 16,25°. La conferma arriva dal servizio di monitoraggio climatico della Ue Copernicus e la motivazione è chiara ed evidente, ovvero, queste temperature sono il prodotto del cambiamento climatico come ha ribadito Federico Maria Pulselli, del Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente dell’Ateneo senese.
“E’ un trend che ci accompagna da tempo – spiega Pulselli -. Si tratta di anomalie spesso verso il caldo che sono sono fine a se stesse, nel senso che non è detto che non lascino il segno. Sono il prodotto dei cambiamenti climatici e quindi bisogna interrogarsi non tanto su come è andata o su come andrà, ma su quali sono le cause e le conseguenze. E qui entra in gioco in maniera preponderante l’attività umana – aggiunge – . Ovvero cosa comporta l’emissione dei gas serra sulla chimica dell’atmosfera, sullo sbilancio energetico e quindi sui cambiamenti climatici, che comportano degli eventi estremi. Per fare un esempio, è appena uscito un report a cura di Legambiente che ci parla di oltre 350 eventi meteorologici estremi che hanno interessato la nostra penisola, ovviamente provocando danni e qualche volta provocando anche delle vittime. Di questi, oltre 200 sono legati all’acqua, o troppa o troppo poca. Quindi parliamo anche di eventi siccitosi che soprattutto si sono manifestati nel sud Italia e in Sardegna. La domanda che ci dobbiamo porre è se gli sforzi che stiamo facendo e che dobbiamo fare per la transizione ecologica sono solo un costo, oppure se vale la pena che siano considerati un vero e proprio investimento per cercare di arginare questi problemi, quanto meno per quelli che verranno dopo di noi”.