Il Consiglio Comunale di Siena, nella seduta di giovedì 28 novembre, ha approvato una mozione dei consiglieri del gruppo Lega Salvini premier Orazio Peluso e Francesco Mastromartino in merito a “difendere i confini dello Stato è un atto legittimo”. L’atto ha ricevuto quattordici voti favorevoli, tre voti contrari, un voto non espresso dei consiglieri comunali su diciotto consiglieri presenti.
Il documento impegna il Sindaco “a porre in essere ogni iniziativa volta ad affermare e sostenere la legittima adozione da parte del Governo di politiche volte alla difesa dei confini nazionali, appoggiandolo nell’assunzione delle misure più opportune ed efficaci, sia di rilievo interno che internazionale, al fine di preservare i confini terrestri e marittimi dall’ingresso in Italia di persone che vi giungono in violazione di legge”.
La mozione specifica che “nella convinzione che il rispetto delle garanzie costituzionali rappresenti uno dei principi cardine dell’agire del potere giudiziario, nonché un fondamento della nostra cultura giuridica a cui non possiamo rinunciare, pena il sovvertimento dell’ordine costituzionale del nostro paese” e si evidenzia che “la legittimità di un’azione di governo volta a difendere i confini del proprio Stato non può essere messa in dubbio”.
Nelle premesse del documento si specifica che “è dovere di ogni Stato, nel rispetto del diritto interno, di quello comunitario e degli accordi internazionali, preservare i propri confini da ingressi indiscriminati di persone e cose, a tutela del rispetto dell’ordine pubblico e della pubblica e civile convivenza; in tal senso la legislazione vigente punisce, a vario e diverso titolo, sia chi entra illegalmente nel territorio nazionale, sia chi ne promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto e l’ingresso”. “Il controllo dei fenomeni migratori – si legge ancora nella premesse – viene garantito attraverso il sistema delle quote d’ingresso come previsto dal ‘decreto flussi’, il solo strumento idoneo ad assicurare a chi entra in Italia un’occupazione lavorativa, un’abitazione, e mezzi di sostentamento autonomi, nella prospettiva di un effettivo inserimento nel tessuto sociale e produttivo della nazione; solo in tale contesto è possibile garantire concrete opportunità di positivo inserimento e di fattiva accoglienza, in una prospettiva di reale integrazione”.
“Accanto a questa migrazione – prosegue il documento – legale e controllata, è dato incontestato che ve ne sia una totalmente illegale che il nostro Paese si è trovato a gestire da solo negli ultimi anni in ragione di una politica del tutto insufficiente da parte dell’Unione europea. Politica che, peraltro, sarebbe ‘obbligata’ in virtù del principio di solidarietà ed equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri”.