Il ministro Nordio a Siena: "Sovraffollamento delle carceri, tre mosse per ridurlo. Politica-magistratura, serve conciliazione"

Il ministro della giustizia è intervenuto al convegno “La funzione della pena. Percorsi di risocializzazione" organizzato dall'avvocatura senese nella cripta di San Francesco

Di Cristian Lamorte | 8 Novembre 2024 alle 18:25

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha partecipato oggi pomeriggio a Siena al convegno “La funzione della pena. Percorsi di risocializzazione”, in programma nella Cripta della sede San Francesco dell’Università di Siena, organizzato dall’avvocatura senese. A margine dell’evento il ministro ha affrontato alcuni dei principali temi di attualità e di discussione legati al mondo della giustizia, a partire dai rapporti tra politica e magistratura.

“Stiamo cercando di conciliare al massimo quelle che sono state le tensioni oscillanti di questi ultimi tempi – ha detto Nordio – dopodomani interverrò da remoto al congresso di magistratura democratica e porterò un leitmotiv di collaborazione anche se abbiamo idee diverse su tanti punti. Penso che dovremo trovare una convergenza soprattutto sul funzionamento della giustizia che è la cosa sulla quale è irragionevole dividerci – ha proseguito – in questo senso le prospettive sono buone, dieci giorni fa ho ricevuto i vertici dell’associazione nazionale magistrati e, accantonando gli argomenti sui quali non siamo d’accordo, abbiamo cercato di concentrare le nostre forze sugli argomenti che ci uniscono: l’efficienza della giustizia e l’assunzione dei magistrati e, infine, sull’intelligenza artificiale che rivoluzionerà la giustizia”.

Altro argomento sempre molto caldo, l’atavico sovraffollamento delle carceri: “Stiamo agendo e agiremo in tre direzioni – promette il ministro – per quanto riguarda i detenuti tossicodipendenti molto spesso sono più degli ammalati che dei criminali e stiamo pensando a delle forme di detenzione differenziata nelle comunità; per quanto riguarda gli stranieri, un terzo della nostra popolazione carceraria, la strategia è far espiare la sanzione residua, o quantomeno in parte, sono più di 25mila in Italia e se riuscissimo a riportarne a casa anche un terzo sarebbe un’ottima deflezione,; infine la custodia cautelare, anche qui più del 20% dei carcerati è in detenzione preventiva e non in espiazione di una condanna definitiva e quindi intervenendo sulla limitazione della custodia cautelare che può essere resa alternativa con forme che già esistomo. Intervenendo in questi 3 settori che costituiscono il 90% dei detenuti, se noi riuscissimo ad ottenere una riduzione del 10-15% per ognuna, avremmo già risolto il problema della sovrappopolazione nelle carceri”.

Ancora Nordio. “Occorre poi creare spazi all’interno delle carceri perchè costituiscono i presupposti per lavoro e sport che sono fondamentali per la rieducazione dei detenuti e per rendere meno tesa l’atmosfera carceraria e da ultimo stiamo lavorando anche per trovare lavoro ai detenuti una volta usciti, con il progetto ‘Recidiva 0′”.

Le difficili situazioni dei carceri di Sollicciano e Siena creano forti disagi tra operatori e popolazione carceraria: “Ci sono situazioni che si sono sedimentate nell’arco di decenni e sarebbe ingannevole dire che abbiamo la bacchetta magica per risolverle in poco tempo – premette – costruire un nuovo carcere è molto difficile, in Italia siamo pieni di vincoli geologici, urbanistici, artistici, quindi è impensabile costruire un carcere come si vedono in California o in Arizona ed è per questo che stiamo pensando a strutture compatibili con quelle carcerarie, soprattutto alle caserme dismesse che hanno strutture compatibili con la sicurezza e con il controllo e munite di ampi spazi per lavoro o sport”.

Cristian Lamorte

Giornalista dal 2006 ama il suo mestiere perché gli consente di alzarsi ogni mattina senza sapere cosa farà del resto del giorno. Ama le storie, quelle da leggere e quelle da raccontare. Detesta chi guarda invece che osservare, predilige un ricco silenzio ad un povero sproloquio. Nel tempo libero si dedica ai libri e al cammino, in un costante passo dopo passo lungo la linea sottile tra ragione e follia. La stessa linea che lo spinge a ricercare ogni giorno, dopo essersi svegliato, una nuova pagina da scrivere.



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