Il Monte dei Paschi di Siena è vicino alla chiusura dell’accordo con le banche sul consorzio di garanzia, blindando così la riuscita dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro che, nei piani dell’ad Luigi Lovaglio, dovrà finanziare il rilancio della banca, rafforzandone i coefficienti patrimoniali e spesando i costi di ristrutturazione, inclusa l’uscita di oltre 3.500 dipendenti. L’arrivo degli impegni scritti di sottoscrizione da parte degli investitori sondati da Lovaglio starebbe convincendo le banche, timorose di doversi accollare un grosso quantitativo di azioni, a concedere la garanzia sull’inoptato. Su 900 milioni di euro di aumento riservato al mercato, circa mezzo miliardo dovrebbe ormai essere coperto.
A dare una mano è accorsa anche Anima, che in un primo tempo aveva subordinato il suo intervento – sul piatto aveva messo fino a 200 milioni di euro – al rafforzamento della partnership nel risparmio gestito. Con Anima dovrebbero investire su Mps, l’altro partner industriale Axa, da cui è atteso un contributo superiore ai 100 milioni, le Fondazioni toscane (30 milioni), le casse di previdenza, e una serie di investitori privati che già avevano fatto quadrato attorno a Lovaglio ai tempi del Creval.
L’ottimismo sulla riuscita dell’operazione, a cui il Mef contribuirà per la sua quota del 64,2% con 1,6 miliardi di euro, ha ridato fiato al titolo in Borsa, che ha chiuso con un balzo del 10% a 25,58 euro. L’obiettivo di Lovaglio, è riuscire a farsi approvare il prospetto dalla Consob nella riunione di domani, in modo da poter far partire l’operazione lunedì 17 ottobre e chiuderla nel giro di tre settimane. Si avvicina dunque un nuovo aumento di capitale per il Monte dei Paschi, il settimo in 14 anni.