Il "Non-Festival sulla Soglia" prende vita a San Quirico d'Orcia, sulle tracce degli 80 anni dalla Liberazione

Gli 80 anni dalla Liberazione del nazifascismo sono stati argomento di uno degli incontri del "Non-Festival sulla soglia" organizzato da una libreria letteraria a San Quirico d'Orcia, il cui intento è quello di tessere rapporti sociali e culturali direttamente sulla strada.

Di Lorenzo Agnelli | 8 Luglio 2024 alle 17:00

Si chiama “Magnifico Non-Festival sulla soglia” il ciclo d’incontri organizzato dalla vineria letteraria Vald’O di San Quirico d’Orcia. Un nuovo paradigma per fare cultura e per tessere rapporti sociali all’aperto, direttamente sulla Via Francigena che taglia a metà il borgo della Val d’Orcia. Un sistema di “interscambio” di pensiero tra soggetti differenti in un luogo davvero aperto a tutti.

“Ci piaceva stare su questa soglia simbolica – spiega Antonio Cipirani, giornalista e proprietario di Vald’O -, tra una libreria-vineria e una strada, che è la Francigena, perciò luogo di scambio per antonomasia. La nostra è una libreria che dialoga con chi passa. E quindi abbiamo deciso di tirar fuori tavoli e sedie, e di fare tutte le nostre iniziative culturali qui, su questa soglia”.
L’ultimo appuntamento è stato dedicato completamente all’ottantesimo anniversario della Liberazione dal Nazifascismo della Val d’Orcia e del nostro territorio con il racconto dei partigiani autoctoni attraverso il libro “Il Filo della Memoria” e attraverso la narrazione grafica della giovane artista Luchadora che ha voluto rappresentare il sacrificio di alcune “grandi” donne rimaste invisibili nella lunga pagina di storia legata alla Resistenza.

“In realtà sono donne che hanno trovato il loro posto nel mondo – spiega l’artista Luchadora, all’anagrafe Alessandra Marianelli – e che lo hanno fatto leggermente al di fuori dei canali canonici, come quelli della politica. La cosa molto importante, che per noi era fondamentale, era quella di togliere dal sommerso la storia di quelle donne che noi non conoscevamo. Ci sono tante sfaccettature, tanti lavori sinergici, non tra loro, ma con altre persone che hanno portato poi a degli obiettivi, a cercare poi di rappresentare comunque quello che loro avevano fatto anche durante gli anni in cui avevano combattuto e quindi avevano perpetrato la partigianeria. Non abbiamo voluto utilizzare il rosso, che era comunque il colore più potente, quello che poi è affiliato alla partigianeria. Ma abbiamo utilizzato tre colori per cinque partigiane. Il giallo per l’ottimismo e quindi per quella sensazione di positivismo, ottimismo a cui ci si protrae. Il fucsia che è per il femminismo come lo vediamo oggi, allo stato attuale. E il viola che è invece il femminismo di prima generazione, quindi quello dell’inizio del ‘900″.
Un progetto dal nome “Memorie Manifeste” nato a novembre 2023 grazie alla Fondazione Il Bisonte di Firenze che ha voluto dare voce a tutte le donne che hanno reagito alla guerra attraverso atti di resistenza pensata armata e disarmata. Un’idea nuova per raccontare le gesta di chi ha scelto da che parte stare attraverso una forma non tradizionale ma che possa essere davvero stimolante e illuminante per le nuove generazioni.

Come una catena, la catena della memoria. Se manca una generazione, si spezza per tutti – afferma in modo laconico lo scrittore Gianluca Bindi che ha collaborato insieme a Luchadora al progetto -. Quindi noi giovani abbiamo preso il testimone. Un progetti riformulato anche per quelli più giovani di noi, a cui è stata raccontata la Resistenza con tecniche diverse che non son attribuibili ad un libro di storia”.

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



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