Il professor Angelo Riccaboni, Presidente del Santa Chiara Lab dell’Università di Siena e della Fondazione PRIMA a Barcellona, parteciperà ai lavori del Pre-Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari, all’interno della delegazione del governo italiano. L’evento si svolge a Roma, nella sede della FAO, a riconoscimento della centralità di Roma e dell’Italia nel dibattito globale sul cibo. Saranno tre giorni intensi di confronto fra tutti gli attori dei sistemi agroalimentari e la società civile, da oggi 26 luglio al 28 luglio, i cui esiti verranno poi portati al Summit che si terrà a settembre a New York.
Sotto la guida del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres e con la presenza del Primo Ministro Mario Draghi e di capi di stato e di governo di tutto il mondo, il Pre-Vertice vede l’attiva partecipazione di innovatori, ricercatori, piccoli agricoltori e popolazioni indigene, rappresentanti del settore privato, leader politici e ministri dell’agricoltura, dell’ambiente, della salute e delle finanze, per discutere come i sistemi agroalimentari possono diventare più sostenibili da un punto di vista ambientale e sociale.
Il Vertice mira a rendere l’opinione pubblica sempre più consapevole dell’importanza dei sistemi agroalimentari per la salute e il benessere sia delle persone sia dell’ambiente, e intende portare i leader globali, i governi, le imprese, i ricercatori e gli investitori a impegnarsi in soluzioni concrete e in alleanze in grado di attuare le trasformazioni necessarie al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) dell’Agenda 2030 ONU.
“Sono onorato di partecipare a questo importantissimo evento”- dichiara il professor Angelo Riccaboni – “Grazie al lavoro svolto in questi mesi nell’ambito del Tavolo MAECI sulle “Filiere alimentari – Verso il Vertice dei Sistemi Alimentari 2021” guidato dall’Ambasciatore Giorgio Marrapodi abbiamo raccolto buone pratiche ed esperienze di successo che rappresentano, dal campo alla tavola, esempi concreti di consumo e produzione sostenibili, buoni e sani per le persone e per l’ambiente. Le imprese agroalimentari italiane hanno già fatto molto in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale, e il modello che le caratterizza, fatto di collaborazione fra i vari attori della filiera e di attenzione ai territori e alla qualità, può costituire un riferimento importante anche in altri contesti per affrontare le questioni che riguardano l’ambiente e la società”.