“La guerra che è arrivata alle porte dell’Europa rappresenta un’ulteriore ragione per portare avanti con forza e rapidità il progetto di una multiutility regionale”. È la tesi del sindaco di Siena Luigi De Mossi che torna a spingere sull’iniziativa, anche alla luce dell’attualità del conflitto ucraino e dell’irrigidimento dei rapporti commerciali e di scambio tra Europa e Russia. Una situazione che si traduce anche in rincari pesanti sul fronte delle forniture di materie e prodotti, portando problemi ai cantieri delle opere pubbliche.
“Una multiutility di ambito regionale – continua De Mossi – è oggi ancora più importante, perché può diventare il soggetto capace di agevolare la differenziazione nell’approvvigionamento energetico e di aiutare lo sviluppo di un piano energetico regionale rivolto al futuro. Siamo in una fase in cui, con celerità, serve convertire il più possibile la nostra “dieta energetica”, riducendo le fonti che creano dipendenza estera da soggetti instabili o addirittura destabilizzatori. Soggetti piccoli, da soli, non ce la possono fare. Una grande multiutility regionale attiva anche nel campo dell’energia e del gas diventerebbe invece un player capace di trattare condizioni di acquisto migliori, proteggendo famiglie e imprese; di promuovere investimenti strutturali per ridurre sprechi e perdite negli impianti; di pianificare investimenti strategici straordinari nel campo delle energie rinnovabili. Senza contare che lavorare in questa logica, oltre a proteggere cittadini e aziende dal rischio di instabilità esterne, aiuta la sostenibilità energetica e industriale e le economie di scala. Un tema su cui è imperativo non ridurre l’attenzione, specie nel momento in cui il ricorso a fonti fossili come il carbone torna all’orizzonte”.
“Procedere con la progettazione di un nuovo soggetto industriale largo, che ragioni in termini regionali e guardi con maggiore forza al contesto nazionale e internazionale, è oggi indispensabile. Da questo punto di vista – conclude De Mossi – è anche necessaria la stesura del nuovo piano energetico regionale, che attende da troppi anni e non è più rinviabile”.