Il tema ricorrente dei dossieraggi e del gigantesco mercato di informazioni personali di alte cariche dello Stato scuote la politica e la sicurezza nazionale. Dalle cronache si legge di accessi abusivi a 800mila dati riservati che potrebbero essere stati venduti anche all’estero e che hanno coinvolto ex appartenenti o appartenenti a polizia e Gdf, tecnici informatici e hacker.
Questo sarebbe il sistema scoperchiato dall’indagine della Dda di Milano e della Dna che ha portato a una serie di arresti e perquisizioni. Anche se molti aspetti devono ancora essere chiari, il caso ha scosso l’Italia intera visto che dagli atti dell’inchiesta nella rete di dossieraggio sarebbero finiti migliaia e migliaia di nomi anche delle più alte cariche del nostro Paese.
Questione molto grave, secondo la premier Giorgia Meloni, che nessuno Stato di diritto può tollerare. Un commento lapidario a questa delicata inchiesta di dossieraggio arriva anche dal Presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato, presente questo pomeriggio all’Università per Stranieri di Siena in occasione dell’iniziativa sul libro scritto a quattro mani con Donatella Stasio “Storia dei diritti e di democrazia – La Corte Costituzionale nella società”, che, in modo lapidario, ribadisce i rischi a cui quotidianamente chiunque è esposto con i continui contatti con la rete e i social network.
“Cambiano le tecnologie, cambiano i furti, gli imbrogli e quant’altro. Non c’è da stupirsi che in un mondo nel quale quasi tutti noi tendiamo a mettere anche i nostri pensieri più riposti in rete, attraverso siti, Facebook ed altro, il minimo che ci possa succedere è che ci guardino il conto corrente”.