Incidente in mongolfiera a Buonconvento "Fu errore umano": l'Ansv pubblica la relazione d'inchiesta

Dopo 8 mesi l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo si è espressa sull'incidente della pilota di mongolfiere Elisa Agnoletti

Di Redazione | 14 Aprile 2022 alle 11:57

“Nessun malfunzionamento tecnico, nessun fattore ambientale”. E’ una relazione che lascia adito a pochi dubbi quella pubblicata dall’Agenzia Nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) sull’incidente dello scorso 16 agosto a Buonconvento, in località Bibbiano, che costò la vita a Elisa Agnoletti, 39enne pilota di mongolfiere. La donna, dopo aver fatto scendere tutti i passeggeri che si erano goduti il volo nel fantastico panorama delle terre senesi, si aggrappò al mezzo, che stava riprendendo quota, poi a circa 40 metri di altezza perse la presa precipitando tragicamente. Proprio su questa improvvisa risalita della mongolfiera si sono concentrate le perizie degli esperti. Nella relazione viene ricostruita la dinamica, tenendo anche in considerazione le testimonianze dei presenti.

“Dall’analisi delle evidenze acquisite si evincerebbe che l’aeromobile abbia effettuato la manovra di avvicinamento in maniera regolare e che il pilota abbia infine effettuato il touchdown sul pianale di un rimorchio utilizzato per trasportare la mongolfiera, con l’ausilio di un assistente a terra – si legge nel rapporto dell’Ansv -. […] Dopo il touchdown, il pilota saltava fuori dalla cesta, in quanto nella stessa il compartimento del pilota è separato da quello dei    passeggeri e non dispone di un cancelletto per l’imbarco/sbarco; parallelamente, con l’aiuto dell’assistente a terra, veniva effettuato, senza problemi, lo sbarco dei passeggeri tramite il cancelletto posizionato nel comparto. Non è chiaro, tuttavia, se il pilota sia effettivamente sceso prima o dopo i passeggeri, perché le testimonianze acquisite presentano, al riguardo, una discrepanza. Successivamente, la mongolfiera, alleggerita di circa 385 kg (peso stimato delle persone che erano presenti a bordo), iniziava a reinvolarsi, essendo ancora calda. Nelle dichiarazioni testimoniali acquisite non è stato menzionato l’uso, da parte del pilota, una volta sceso dalla cesta, delle corde di sgonfiaggio FDS e “paracadute”, che sono infatti state ritrovate agganciate ad un unico moschettone sulla struttura del bruciatore, all’interno della cesta; se ne dedurrebbe, pertanto, che il pilota, al momento di scendere della mongolfiera, non le avesse in mano”.

“Al momento del reinvolo, il pilota e l’assistente a terra cercavano di trattenere la mongolfiera aggrappandosi alle maniglie della cesta, con l’aiuto, anche, di due dei passeggeri sbarcati. Questi ultimi, appena avuta avvisaglia che la mongolfiera si stava muovendo, lasciavano però la presa. La stessa cosa faceva l’assistente a terra una volta arrivato, nella fase di sollevazione della mongolfiera, a circa 3 m da terra. Il pilota, invece, continuava a restare aggrappato esternamente alla mongolfiera, sino a quando, ormai esausto per lo sforzo, mollava la presa, cadendo a terra da un’altezza stimata di 30/40 m, riportando traumi fatali”.

Nello stesso documento di Ansv viene specificato che “dalle evidenze acquisite non sono emerse criticità a carico della  mongolfiera” e anche che “le condizioni meteorologiche, il giorno dell’incidente, erano buone e non presentavano particolari criticità per l’esecuzione del volo”.

Sotto la voce “Cause dell’incidente” viene annotato solo il fattore umano con due particolari sottolineature: “All’incidente possono aver contribuito i seguenti fattori – specifica il rapporto -.

1) la limitata esperienza di volo generale e sul tipo di aeromobile in particolare;

2) l’effettuazione di una procedura di atterraggio che, per modalità di esecuzione, potrebbe aver comportato una task saturation al limite delle capacità del pilota e del suo assistente a terra”.

Quindi, a distanza di 8 mesi l’Ansv ha reso noti i risultati dei rilevamenti fatti sul luogo del tragico incidente. La ricostruzione della vicenda è indubbiamente importante per migliorare la sicurezza dei voli, e per mettere la parola fine su un fatto che, al di la delle perizie, ha avuto come risultato la morte di una giovane pilota che amava profondamente il suo lavoro. Il vuoto che Elisa ha lasciato nei suoi affetti è incolmabile come ci ha confermato anche il suo compagno, Ivan Vastano, presente il giorno del tragico incidente: “Mi manca da morire, penso tutti i giorni a lei”.

 

 

Filippo Meiattini



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