Infiltrazioni mafiose in Toscana: 11,3 miliardi di euro di evasione fiscale e sommerso

Presentato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati il rapporto 2023 su illegalità e criminalità in Toscana curato da Irpet. Giani: “Unire forze ed azioni per contrastarle in modo efficace”

Di Redazione | 3 Dicembre 2024 alle 20:00

Segnali positivi dalla lotta all’evasione e al contrasto delle infiltrazioni mafiose sul territorio. Meno positivi sul fronte delle economie illegali. Presentato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati il rapporto 2023 su illegalità e criminalità in Toscana curato da Irpet.

“Grazie al lavoro di Irpet – ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani – ogni anno riusciamo a fare un bilancio toscano, un monitoraggio costante che ci consente di agire e mettere in campo azioni comuni”. Sono in tutto 11,3 i miliardi di euro legati all’economia che non è osservata in Toscana: 10,1 di economia sommersa e 1,2 di economia illegale. “Dati preoccupanti – ha spiegato Giani – ma un dato positivo possiamo trovarlo nel fatto che, rispetto agli indicatori di presenza oggettiva della criminalità organizzata, la Toscana è al sedicesimo posto in Italia, e al tredicesimo per il controllo del territorio. Buono anche il risultato sulla lotta all’evasione fiscale. Restano varie preoccupazioni: il traffico di stupefacenti radicato nel porto di Livorno, il sistema del caporalato e dello sfruttamento del lavoro, i reati di contraffazione”. Il presidente chiude con un appello a “non abbassare la guardia. I numeri del rapporto devono spingere tutte le istituzioni preposte a unire le forze per contrastare queste derive, attraverso accordi e protocolli di intesa per adottare azioni trasversali. I risultati positivi ottenuti a Prato sul versante del lavoro sicuro, grazie ad azioni sinergiche, sono replicabili anche per il contrasto alle attività illecite”.

Anche per l’assessore alla legalità Stefano Ciuoffo “i dati consegnano alcuni elementi rassicuranti, con la Toscana che si colloca in una posizione di relativa tranquillità rispetto alla penetrazione della criminalità organizzata sul territorio. Il monitoraggio costante realizzato da Irpet permette di mettere in campo azioni coordinate per consentire il rispetto della legalità, uno dei punti fondamentali per la qualità dei processi produttivi. Insieme al rispetto dell’ambiente e della buona occupazione”. “La capacità della Toscana – ha proseguito Ciuoffo – di collocare la propria manifattura a livelli di elevata qualità è legato anche al rispetto della legalità. I dati confermano che alcune situazioni possono migliorare. Va ad esempio contrastata con determinazione la cosiddetta mortalità delle imprese, la velocità con la quale ditte individuali aprono e chiudono, senza che vengano mai sottoposte a controlli da parte dei soggetti preposti. Inoltre l’uso del part time pone elementi di criticità, con un numero di occupati a tempo indeterminato che fa presumere un utilizzo non effettivo di manodopera, creando così un vantaggio competitivo improprio per alcune realtà imprenditoriali. Insistere sui controlli per restringere gli spazi per comportamenti illeciti”.

Ad illustrare i dati di Irpet la dirigente Patrizia Lattarulo. “Il lavoro di indagine sui fenomeni illegali – ha detto –  è strutturale, si estende sul lungo periodo ed analizza il modo in cui il sistema economico e sociale toscano, ed il territorio, si caratterizzano dal punto di vista della potenziale attrattività delle attività illecite. La Toscana è una realtà con una dinamica economica ed una varietà di fonti di reddito appetibili per le attività illegali. A livello territoriale la parte economicamente più dinamica è anche quella più attrattiva. Prendiamo il territorio pratese, con il settore moda, la provincia di Livorno, con problemi legati al narcotraffico, il grossetano per il sommerso, Firenze e Siena per questioni finanziarie legate al riciclaggio. Rispetto al traffico di rifiuti – ha aggiunto Lattarulo -, l’andamento di lungo periodo a livello nazionale ci pone nella media ma ad un livello inferiore rispetto ad alcune regioni del nord. Un dato molto significativo è quello del peso dell’economia sommersa sul valore aggiunto regionale, che è del 10,5%. Abbiamo fatto anche stime sui possibili servizi aggiuntivi che potrebbero essere erogati alla comunità se queste risorse potessero emergere, un contributo che potrebbe essere davvero importante per i bilanci pubblici”.



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