Domani al via una maturità 2020 che rimarrà, nonostante, tutto nella storia e nella memoria. Una quotidianità scolastica interrotta, le video-lezioni, il distanziamento sociale che nega i rapporti tra compagni di classe, l’esame di maturità, momento tra i più significativi del percorso di crescita degli studenti, del tutto particolare ed incerto per via delle note restrizioni. Dubbi, pensieri, paure e speranze di uno studente senese della 5E Liceo Scientifico delle scienze applicate Sarrocchi, Samuele Mastio, sono affidati a una bella lettera da lui scritta, che qui pubblichiamo integralmente.
“Ci sentiamo dire in continuazione di goderci ogni momento che viviamo, perchè tutto ciò che abbiamo potrebbe sparire da un momento all’altro. Lo so, sembra una delle solite frasi retoriche e di circostanza dette perchè si devono dire e che in realtà sembrano tanto distanti: sì, alla fine, ma perché dovrebbe accadere proprio a noi? Non lo so, ma questo è quello che è successo a noi maturandi al tempo del Covid-19. Quell’ultimo giorno di superiori fatto senza sapere che sarebbe stato tale. Quegli studenti che inconsciamente hanno seguito l’ultima lezione delle superiori e quelli che invece hanno preso appunti per l’ultima volta nella loro vita. Quell’ultimo compito in classe e quell’ultimo voto. Quell’uscita dai cancelli fatta con tanta naturalezza da rimanerci quasi indifferente. Quei cento giorni all’esame, prima rimandati e poi annullati. Quegli ultimi mesi passati in videochiamata attraverso uno schermo che però non è riuscito a ricreare l’atmosfera che si percepisce all’interno di una classe. Quell’idea di non aver passato questi momenti con i propri amici, a tratti insopportabili, ma parte della nostra quotidianità da cinque anni. Quei saluti, al termine delle videolezioni un un po’ distanti e molto strani. Quell’incognita dell’esame: sia fará, dove, quando, come… Quella campanella, l’ultimo giorno, che dovrebbe suonare dopo il conto alla rovescia riniziato ormai dieci volte. Quelli che piangono e quelli che ridono perchè è anche vero che ad un certo punto non vedi l’ora di andare via. C’è da dire che in questa situazione disastrosa, c’è chi è stato sicuramente peggio di noi e sarebbe ingiusto non ricordarlo. Però, vedendo, oggi, tutte le foto degli studenti degli scorsi anni che festeggiavano, per la fine di quello che è un pezzo di vita, ci fa capire che, per quanto piccolo e irrisorio, qualcosa ci siamo persi!!! Certo, è vero, noi siamo stati fortunati, abbiamo solo l’esame orale. Però non so quanti avrebbero barattato le due prove scritte con gli ultimi tre mesi della quinta. Con quella gita e con quell’aereo che non è partito. Con quegli ultimi momenti di spensieratezza prima di un nuovo inizio. Tra venti giorni sarà tutto finito. Tra due mesi tutti inizieranno una nuova vita chi all’università, chi a lavoro e chi alla ricerca della propria strada. A Natale molti non ricorderanno nemmeno tutto l’elenco dei nomi dei propri compagni, ma sono sicuro che tutti avranno capito cosa significhi dover lasciare qualcosa all’improvviso senza poterla più avere”.