C’è un solo “senese” o almeno amico di Siena visto che è grossetano, tra i membri che compongono il tavolo della Consulta dell’Ippica, organo voluto fortemente dal Masaf per mettere insieme tutti gli attori della filiera ippica.
Paolo Rizzi rappresenta la categoria dei medici veterinari dell’ippica italiana. Già giudice Masaf per la morfologia dei puledri, e conosciuto negli ippodromi di tutta Italia dove presta servizio per conto del Ministero, Rizzi ci ha dato segnali positivi su quello che è il progetto del governo per il rilancio dell’Ippica.
“All’ultimo incontro della Consulta che si è tenuto a Roma, ha preso parte anche il ministro Lollobrigida e la sua non è stata una visita di circostanza – ha voluto sottolineare Paolo Rizzi – è stato chiaro nel suo breve discorso dove ha tracciato un alinea ben precisa su cio che deve essere fatto. Oltre a lui è intervenuto anche il dirigente delle Dogane e Monopoli per parlare delle scommesse, poi c’era il comandante dei carabinieri Forestali. Insomma tutte figure che non era scontato che fossero a quella riunione. Quindi si, ho avuto un’ottima impressione”.
I medici veterinari che lei rappresenta che ruolo hanno nella Consulta?
“Ad ogni rappresentante della Consulta spetta il compito di fare proposte perché l’organizzazione sia sempre più efficiente ed efficace. Quindi le mie non sono solo proposte circostanziate, ma inerenti anche all’organizzazione e ottimizzazione di spazi per poter meglio organizzare le attività all’interno delle strutture”.
L’ippica ha anche un direttore generale, Remo Chiodi.
“Si sta muovendo bene e interviene in maniera assertiva”.
L’impressione del lavoro è quindi positiva da parte di Paolo Rizzi, che ben conosce l’ambiente delle corse e degli ippodromo. La volontà del Governo non sembra quella di voler distruggere un settore che tanto ha dato nel tempo, ma farlo tornare ad essere autonomo come un tempo.
“L’idea che ci è stata ribadita è quella di un lavoro teso a rendere l’Ippica indipendente con un ‘agenzia esterna un po’ come un tempo era l’Unire. Prima però la volontà è quella di riassestare tutto il sistema”.