A raccontare la vicenda è la signora Laura Savelli che, insieme alla zia, avrebbe voluto assistere all’esumazione della salma del familiare
“Hanno effettuato la riesumazione della salma di mia nonna senza avvisarci”.
E’ questa la denuncia di Laura Savelli che insieme alla zia, nonché figlia della defunta, racconta l’accaduto. La parente è venuta a mancare nel lontano 1985, 34 anni fa, ed è stata sepolta al Laterino. La prima richiesta di collocazione risale a febbraio 2018. Richiesta fatta al Comune e nella quale la zia della signora Laura aveva esplicitamente chiesto di essere avvertita e di voler assistere alla pratica. In questa prima richiesta, inoltre, si stabiliva anche il trasferimento dei resti in un’altra tomba. Decisione, poi, cambiata col tempo. Prima della pratica, infatti, la signora Laura racconta che la zia avrebbe cambiato idea chiedendo che i resti venissero messi nell’ossario comune e ribadendo, a voce, quanto già esplicitato nella prima richiesta, ovvero di voler assistere. Cosa però, che non è avvenuta.
Tra le due richieste è cambiato l’interlocutore. Da gennaio 2019, infatti, nella gestione dei servizi cimiteriali è subentrata la Cimiteri di Siena srl, di proprietà della Silve spa. La esumazione sembra essere avvenuta a fine settembre, e la signora Laura racconta di non aver ricevuto nessun avviso, né lei né la zia, e di essere state contattate solo in un secondo momento, a pratica già effettuata e per il pagamento. Esumare la salma e spostarla nell’ossario comune, come in questo caso, costa in media 250 euro. La signora Laura si dice sconcertata da quanto accaduto e arrabbiata per non essere riuscita ad assistere. Il dipendente della Cimiteri di Siena da noi interpellato si è dimostrato dispiaciuto dell’accaduto e non ha escluso la possibilità di un disguido, ma dalla società fanno sapere di non avere alcuna responsabilità. L’amministratore delegato della Silve, Giacomo Rossi, sostiene che la diretta interessata non avrebbe manifestato la propria volontà di assistere nella seconda richiesta di collocazione, da qui il mancato avviso. La signora Laura, da parte sua, sostiene il contrario. Non solo, secondo lei, avrebbe dovuto far fede la prima richiesta fatta, ma la comunicazione, seppur a voce, ci sarebbe stata per ben due volte.
T.S.