Il 2023 registra un’ulteriore diminuzione degli sportelli bancari: 826 filiali non hanno resistito alle chiusure. È questo il dato più evidente dell’elaborazione dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria curata dalla Fondazione Fiba di First Cisl. Sono 4milioni e 373mila gli utenti privi di servizi bancari con una crescita di 362mila cittadini rispetto al 2022. In tutta la Toscana sono 26 i comuni privi di uffici bancari (erano 12 nel 2015), il 9,5% del totale (41,5% è la media italiana) mentre sono 48 (17,6% contro il 24,1% nazionale) quelli che ne hanno appena uno.
L’andamento nelle regioni Confrontando i numeri con quelli di un anno fa emerge inoltre che le chiusure non colpiscono in modo omogeneo le diverse aree del Paese. Nel 2023 le regioni più colpite sono state Marche (- 6,7%), Abruzzo (- 5,1%), Lombardia (- 5,1%), Sicilia (- 5%), Calabria (- 4,2%). Nel complesso, a livello nazionale, la perdita di sportelli è stata del 3,9%.
La mappa delle province Per quanto riguarda gli Indicatori di desertificazione provinciale (Ipd) che tengono conto di quattro ambiti di analisi (comuni, popolazione, imprese e superficie), Firenze è al sesto posto in Italia per quella parziale (un solo sportello) e al 17esimo per l’assoluta. Nel primo caso è preceduta da Prato (la migliore a livello nazionale), nel secondo da Grosseto e Pisa (entrambe al top in Italia), da Livorno (ottava) e Siena (undicesima). A chiudere le due graduatorie Massa Carrara (68esima) e Lucca (51esimo posto).
“La corsa alla chiusura degli sportelli non si è fermata nemmeno nel 2023, anzi promette di registrare nel 2024 un’ulteriore accelerazione in base all’attuazione dei piani d’impresa delle banche. L’aumento del numero dei comuni desertificati ha raggiunto ormai dimensioni da allarme sociale – sottolinea il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani-. “Nonostante tutti i proclami sulla sostenibilità sociale, le banche italiane stanno privando dell’accesso ad un servizio essenziale milioni di persone. A pagare il prezzo più pesante – prosegue Colombani – sono i fragili, anziani in primo luogo, così come le persone con un basso livello di istruzione, che hanno scarse competenze digitali. Il basso livello di utilizzo dell’internet banking rispetto alla media Ue ci dice una cosa semplice: le chiusure dipendono dalla volontà di tagliare i costi, non dalla diffusione del digitale”. “Negli Usa due colossi come Jp Morgan e Bank of America stanno aprendo centinaia di filali e continueranno a farlo nei prossimi anni. È un segnale chiaro: la presenza sul territorio fa bene alla società ed anche ai bilanci delle banche. È tempo che in Italia – conclude Colombani – il problema venga affrontato dalla politica e dalle istituzioni: First Cisl è pronta al confronto”.