Quando in una città di cultura come Siena chiude una libreria, per di più indipendente non sostenuta dalle grandi case editrici, è sempre una sconfitta per tutti, non solo per Massimo Marinotti che si è dovuto arrendere, un po’ a causa della pandemia un po’ a causa del cambiamento di interesse dei giovani verso i libri, e ha dovuto chiudere i battenti alla sua Libreria Palomar di Via Rinaldini.
Per l’imprenditore si tratta di una sconfitta personale ma non solo… si tratta di una che ha visto morire piano piano tantissime librerie e tantissimi luoghi di cultura da 30 anni a questa parte. Una fine annunciata nel silenzio di tutti, un silenzio assordante che fa male e che fa diventare i sordi. Una causa riconducibile è sicuramente alla pandemia, alla crisi pandemica che dura da due anni e per cui non è arrivato alcun aiuto, né dallo Stato, né dalla Regione, neppure dal Comune. Anche gli studenti, secondo Marinotti, hanno iniziato a comprare i libri su Amazon, mentre i turisti non si interessavano più alla cultura, ai libri e all’arte, piuttosto a “bere Spritz nei locali e nei bar” e nel mentre le librerie hanno chiuso una dopo l’altra.
Tanta amarezza nelle parole dell’ormai ex proprietario che vede una Siena molto cambiata: sempre meno attenta alla cultura e all’arte, che da sempre l’hanno contraddistinta e, di fatto, rappresentata nel mondo. Un dolore che difficilmente si placherà per adesso perché chiude un momento di sapere, un luogo di possibile trasformazione e di evoluzione anche della città stessa.
