Fidarsi del proprio medico di famiglia nella prescrizione dei farmaci e degli esami diagnostici aiuta il sistema sanitario a realizzare quel concetto di appropriatezza che garantisce l’universalismo delle cure. Di dare a ciascuno ciò di cui ha davvero bisogno e non una risposta alla percezione e alle aspettative personali. Snellisce le liste di attesa, evita lo spreco di risorse, contribuisce ad un uso consapevole e corretto di farmaci, a non esporsi ad una diagnostica che porta beneficio, ma quando è davvero necessaria
La pandemia, non ancora finita, ha sicuramente impegnato in maniera straordinaria, a fronte di una migliore assistenza, molte risorse. Tale sforzo umano, ma anche economico, ha portato l’azienda a registrare ottimi risultati nella campagna vaccinale e nella cura del covid ma ha allo stesso tempo messo a dura prova tutto il sistema. In questo delicato contesto è responsabilità anche degli assistiti non avanzare richieste improprie al loro medico per non causare spiacevoli corto circuiti che possono da una parte creare difficoltà al professionista nell’esercizio della professione e, in un’ottica più generale, contribuire a mettere a rischio la tenuta del sistema. Sono le piccole gocce di pioggia che, se cadono costantemente e copiosamente, fanno esondare i fiumi, per questo è importante che ognuno si senta chiamato in causa, nel momento in cui si reca dal proprio medico a seguire quelle che sono le indicazioni che il professionista della salute prescrive, perchè è colui che conosce meglio di ogni altro l’anamnesi del paziente, la storia e le necessità.
“Il medico di famiglia è il professionista al quale il cittadino affida la sua salute, – spiega Renato Tulino direttore del dipartimento di Medicina generale dell’Asl Toscana sud est. – Questo professionista, quotidianamente, è pressato da richieste che spesso stridono con il reale benessere dell’assistito. Il Medico di famiglia è, inoltre, chiamato, ad appropriare le risorse per poter garantire l’assistenza della sanità pubblica a tutti i cittadini che ne hanno bisogno. Spesso si ritiene che il farmaco che costa di più o che è di recente commercializzazione sia superiore in efficacia a quelli esistenti o che costano di meno. È importante sottolineare che non sempre è così e il proprio medico di famiglia è sicuramente in grado di prescrivere ciò che è meglio per quel tipo di paziente anche in virtù di tutti i farmaci che, specie i pazienti più fragili e complessi, hanno nella terapia continuativa. È fondamentale, – conclude Tulino, – comprendere che lo “spreco” consuma anche le risorse di cui si ha o si potrebbe avere bisogno, quindi tutti siamo tenuti a controllare per non trovarsi nella infelice situazione di carenza di servizio, perché quanto disponibile sprecato o consumato malamente da altri”.