La Val d'Orcia celebra i venti anni del riconoscimento Unesco. Bartoli: "Continuare a puntare sulla nostra unicità"

Il sindaco di San Quirico d'Orcia a Buongiorno Siena: "Tutelare il territorio e non mercificarlo. Cipressini, puntiamo a infrastrutture secondarie per far desistere dalla sosta selvaggia sulla Cassia"

Di Redazione | 17 Marzo 2025 alle 21:00

La Val d’Orcia celebra i venti anni del riconoscimento Unesco: fino ad ottobre iniziative e progetti nei cinque Comuni del Sito Patrimonio Mondiale: Castiglione d’Orcia, Montalcino, Pienza, San Quirico d’Orcia e Radicofani. Un’opportunità per celebrare il passato, ma anche per immaginare e costruire il futuro, in cui la bellezza e il valore paesaggistico, umano e identitario della Val d’Orcia continuino a essere riconosciuti e vissuti.

“Un riconoscimento importante – sottolinea a Buongiorno Siena il sindaco di San Quirico d’Orcia Marco Bartoli – un plauso va fatto a chi mi ha preceduto e a chi ha lavorato e investito su questo riconoscimento in modo lungimirante, è una fonte di lavoro, di reddito e di stabilità sociale, che porta molti turisti a visitare le nostre zone, un motivo di impegno massimo anche per quanto riguarda la tutela del territorio”.

Una ricorrenza prestigiosa da cui ripartire per costruire il futuro: “Dovremo puntare sulla nostra unicità, senza mai mercificare il territorio, e il prodotto che vendiamo – sottolinea Bartoli – investendo su noi stessi, rendendo la Valdorcia vivibile e viva, a favore dei cittadini e dei turisti. Oggi chiamarsi valdorciani è un motivo di vanto, su questo dovremo puntare le politiche del futuro. La missione cui si stanno dedicando i comuni è quello della tutela, per far sì che questo bellissimo territorio rimanga il più incontaminato possibile, cercando comunque di stare al passo coi tempi, i territorio devono essere vivi” tiene a sottolineare Bartoli

“La zona dei cipressini presa d’assalto dai turisti? La situazione è cambiata di poco, ho chiesto incontri per sensibilizzare su una tratta viaria come quella della Cassia, c’è un progetto per realizzare una infrastruttura per contenere il disagio sulla Cassia. Il nostro è un territorio iconografico e da cartolina ed è difficile far capire che in certe zone non vanno fatte le soste selvagge, vogliamo dunque investire nella comunicazione e nelle infrastrutture secondarie per far desistere le persone a fermarsi sulla Cassia”.



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