Scacco al re. Non un sovrano qualunque, ma Jean Paul Mustier, l’amministratore delegato di Unicredit. In carica dal 2016, il banchiere francese è stato negli ultimi anni il vero padre padrone del processo di consolidamento della banca: passato da varie dismissioni e altrettanti no. Come quello ribadito a più riprese a un’acquisizione di Mps. Ieri però il colpo di scena, perché a seguito del Cda, il dirigente ha confermato la sua uscita per il prossimo aprile.
Mentre è già partita la ricerca del suo successore, in corsa anche l’ex ad di Rocca Salimbeni Marco Morelli, il Governo, azionista quasi al 68%, può finalmente guardare con ottimismo a una svolta per l’istituto di credito senese. Mustier si era detto sempre contrario a questo passo, che considerava un salasso finanziari, e a quanto si evince dalla nota diffusa da Unicredit in serata, deve averlo ribadito anche ieri: “Nel corso degli ultimi mesi è emerso che la strategia del Piano Team 23 e i suoi pilastri fondanti non sono più in linea con l’attuale visione del board. Di conseguenza ho preso la decisione di lasciare per consentire al consiglio di definire la strategia futura”. Strategia che va di pari passo con le mosse del Tesoro, perché se venisse confermata la manovra nella legge di bilancio sui crediti fiscali, Unicredit si troverebbe in mano una dote di 2 miliardi: cifra che potrebbe essere più che raddoppiata considerando la probabile ricapitalizzazione di Mps.
Con il ministro Gualtieri che preme per liberarsi del “fardello” senese e il suo predecessore Padoan in seno al board di Unicredit, non siamo ancora alla fumata bianca, ma di Bravi contrari al matrimonio, se ne vedono sempre meno.
In serata, un portavoce del cda ha assicurato come Unicredit “non accetterà mai alcuna operazione che possa danneggiare gli interessi del gruppo e in particolare la sua posizione patrimoniale”, sottolineando che “il gruppo manterrà la sua attuale posizione sulla crescita e sul rafforzamento della base clienti, sulla continua trasformazione del modello di servizio e massimizzazione della produttività, sulla gestione disciplinata del rischio e sulla rigorosa gestione del proprio capitale”.