Centoventi opere raccontano al Santa Maria della Scala di Siena mezzo secolo d’arte italiana. La mostra “COSTELLAZIONI. Arte italiana 1915-1960 dalle Collezioni Monte dei Paschi di Siena e Cesare Brandi”, a cura del Prof. Luca Quattrocchi, Ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università degli Studi di Siena, presenta, in nove sezioni, un percorso espositivo nel periodo compreso tra gli anni della Grande Guerra e i primi anni Sessanta: dal “ritorno all’ordine” a “Novecento”, dalla Scuola Romana agli “Italiens de Paris”, dal realismo all’astrattismo e all’informale. Promossa dal Comune di Siena, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala, Musei Nazionali di Siena e Università di Siena, l’esposizione è stata prodotta dalla Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala e da Opera Laboratori con l’organizzazione di Vernice Progetti Culturali. Il progetto espositivo, corredato dal catalogo edito da Sillabe, vanta un comitato scientifico composto da: Laura Bonelli, Axel Hémery, Luca Quattrocchi e Chiara Valdambrini. Come enti prestatori figurano la Banca Monte dei Paschi di Siena e i Musei Nazionali di Siena.
Un percorso inedito tra i capolavori dell’arte italiana del Novecento: due collezioni d’arte contemporanea si aprono al pubblico per la prima volta.
Dai caveau della Banca Monte dei Paschi di Siena e dalla pregiata raccolta di Cesare Brandi, arrivano al Santa Maria della Scala le opere di grandi artisti: Carrà, Guttuso, Sironi, Donghi, De Pisis, Burri, Severini, Campigli, Morandi, Rosai, Viani, Levi, Mafai, Manzù, Marini, Afro, Scialoja, Turcato e tanti altri.
La mostra, a cura di Luca Quattrocchi, traccia un’inedita “costellazione” attraverso l’arte italiana dagli anni della Grande Guerra fino ai primi anni Sessanta: da “Novecento” al Déco, dagli “Italiens de Paris” all’arte di propaganda fascista, dalla Scuola Romana al realismo, all’astrattismo e all’informale.
La Collezione del Monte dei Paschi di Siena e la Collezione Brandi conservano di questo mezzo secolo autentici capolavori: molte opere vengono presentate qui per la prima volta al pubblico, in un serrato dialogo che distilla le esperienze artistiche italiane nel secolo breve. Non solo: insieme ai grandi nomi dell’arte italiana del XX secolo, viene esposta anche una selezionata rosa di artisti senesi e toscani: un aperto e sorprendente dialogo.
La prima sezione, Intorno alla Grande Guerra, riunisce opere degli anni Dieci a opere di poco successive che commemorano la prima Guerra Mondiale e le sue conseguenze: domina la sezione il monumentale dipinto di Pascucci Il ritorno dell’eroe (1926) che, esposto alla Casa del Fascio di Siena e subito acquistato dal Monte dei Paschi, come specifica il curatore “da un lato chiude la stagione del naturalismo di stampo ottocentesco, e dall’altro testimonia la crescente pervasività del fascismo nelle istituzioni”.
Nella seconda sezione, Anni Venti: ritorni all’ordine tra Novecento e Déco, il recupero della tradizione incoraggiato dal regime è declinato secondo il “Novecento” promosso da Margherita Sarfatti, secondo le atmosfere del “realismo magico” di ascendenza metafisica, ma anche in un classicismo aggiornato da sintetismi di gusto Déco. All’eterogeneo gruppo degli Italiens de Paris è dedicata, invece, la terza sezione: Tozzi, Severini, De Pisis, interpretano come sottolinea Quattrocchi “ciascuno a suo modo la volontà di coniugare italianità e cosmopolitismo in mitologie contemporanee, riscuotendo grande attenzione critica nella capitale francese tra fine anni Venti e anni Trenta”. La quarta sezione, Gli anni Trenta e primi Quaranta: tra accademie e arcaismi, propone una esemplificazione delle posizioni nell’Italia fascista, da quelle più aderenti al ‘novecentismo’ ufficiale, con anche declinazioni neosecentesche, alla più originale linea arcaicizzante, sollecitata dagli esempi dell’arte etrusca, egizia, romanica. La quinta sezione riguarda l’Arte per il regime: opere di aperta celebrazione della dittatura fascista, tra propaganda e mitizzazione del Duce e delle sue ‘conquiste’, dalle città di nuova fondazione alle guerre coloniali e alla proclamazione dell’Impero. Al paesaggio è dedicata la sesta sezione: Il paesaggio negli anni Trenta e Quaranta tra rappresentazione e metafora, dove a una più tradizionale e fedele raffigurazione di matrice ottocentesca, che tuttavia si accende in alcune vedute di accenti quasi visionari, si affiancano paesaggi-stati d’animo di straniante estrazione mentale fino al casto e intenso lirismo di quelli di Morandi. La settima sezione attraversa La linea espressiva tra anni Trenta e Quaranta, dall’antinovecentismo alle sue prosecuzioni nell’immediato dopoguerra: in apertura uno degli ultimi capolavori di Viani (Le Apuane, 1933 ca), cui si affianca un raro esempio surrealista e un nutrito gruppo di opere riconducibili alla Scuola Romana e alla sua figurazione più o meno espressionisticamente accentuata e insorgente (Levi, Guttuso, Afro, Fazzini, Scialoja, Sadun, Mafai). In continuità con la precedente, l’ottava sezione, Figurazioni e realismi del dopoguerra, si apre con le Macerie espressioniste di Bozzolini, per documentare poi la persistenza nell’Italia liberata del dato oggettivo variamente declinato, la tendenza neorealista e, a fine anni Cinquanta, il realismo esistenziale di Guttuso e Vespignani. Infine, la nona sezione, Dissoluzione e autonomia della forma: verso l’astrazione, segue il percorso di alcuni autori già presenti in precedenti sezioni verso approdi astratti e informali, cui si aggiungono Burri e Leoncillo, per concludersi con il trionfo della materia-colore in Sadun e Turcato all’inizio degli anni Sessanta. “Nell’allestimento di Costellazioni – precisa il curatore – si è quindi privilegiata un’ottica orizzontale nell’accostare la produzione locale e le opere di artisti riconosciuti a livello nazionale, non in una acritica paratassi ma nella convinzione che la produzione artistica di un periodo storico non è comprensibile (e quindi correttamente valutabile) attraverso il solo studio delle eccellenze e delle emergenze, ma attraverso le connessioni che tali emergenze intrattengono con le altre figure, secondarie o persino minori”.
“La mostra Costellazioni propone – conclude il curatore – una mappa che si dispiega su mezzo secolo d’arte italiana in cui le stelle di maggiore luminosità, da riconoscere sia nei principali centri di produzione sia negli artisti più insigni, sono viste come parte, appunto, di più vaste e complesse costellazioni”.
Nicoletta Fabio, Sindaco di Siena: “La mostra testimonia come possano tradursi in azione concreta a favore della città i propositi di collaborazione fra istituzioni che il Comune raccoglie, promuove e accompagna, con la volontà di valorizzare le diverse espressioni della cultura senese, un’impareggiabile ricchezza le cui indubbie potenzialità in parte ancora inespresse meritano di essere attuate, attualizzate e messe a sistema. Ai senesi, agli studiosi, agli appassionati, ai viaggiatori curiosi, si offre così l’occasione di godere il fascino e il pregio di opere d’arte per molti sconosciute, che in larga parte escono dai depositi e si presentano al grande pubblico, in qualche caso per la prima volta, in un luogo deputato alla bellezza, all’accoglienza, al dialogo ininterrotto tra passato, presente e futuro”.
Carlo Rossi, presidente Fondazione Mps: “Fondazione Mps è fortemente impegnata nella valorizzazione del vasto patrimonio artistico della Banca Mps grazie ad un accordo di collaborazione, che ha come primo obiettivo rendere accessibili al grande pubblico le numerose opere in essa conservate. Con questa premessa nasce la mostra “Costellazioni” che propone opere della Collezione della Banca Mps e di quella di Cesare Brandi dedicate al periodo artistico del Novecento. Un’occasione che ha visto ancora una volta una proficua sinergia tra Fondazione Mps e Vernice Progetti Culturali con molte Istituzioni cittadine, quali il Comune di Siena, la Fondazione Antico Spedale Santa Maria della Scala, l’Università di Siena, i Musei Nazionali di Siena e Opera Laboratori per innescare un processo virtuoso per una ricaduta economica e un impatto di immagine certamente vantaggiosi per la nostra comunità”.
Axel Hémery, Direttore dei Musei Nazionali di Siena: “Questa riunione di tutte le energie positive della città è l’unica ad essere vincente. Come per la mostra Arte senese nelle collezioni Mps del 2022, lo studio delle opere è stato affidato da un docente dell’Università (qui Luca Quattrocchi) a giovani dottori e dottorandi dell’Ateneo senese. I Musei Nazionali di Siena sono orgogliosi di partecipare a questa iniziativa virtuosa e di presentare alcuni capolavori della Collezione Brandi nel contesto senese e nazionale del ’900 che contribuisce a capirne sia la specificità che il carattere universale. Quest’operazione accompagna la rinascita progressiva della Villa Brandi sempre più aperta al pubblico senese”.
Cristiano Leone, Presidente Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala: “Questa mostra, Costellazioni, ci invita a riflettere su come i movimenti e le connessioni tra le opere d’arte del Novecento continuino a modellare il nostro immaginario contemporaneo. Il Complesso Museale Santa Maria della Scala, con la sua storia plurisecolare, diventa quindi lo spazio ideale per promuovere questo dialogo. Qui, le opere d’arte del Novecento, come frammenti di un cielo ancora in movimento, dialogano non solo tra loro, ma con il pubblico di oggi, che le guarda con nuovi occhi e suggerisce nuove domande. È proprio in questa capacità di farci interrogare continuamente che risiede la forza dell’arte: essa non è mai confinata al passato, ma ci guida nel presente e ci proietta verso il futuro”.
Roberto Di Pietra, Rettore dell’Università degli Studi di Siena: “La scelta di chiamare la mostra Costellazioni può ispirarsi al lavoro capillare e puntiglioso condotto dal curatore della stessa, Luca Quattrocchi, e dai numerosi giovani studiosi che hanno collaborato. Mi sembra evidente, infatti, che il compito svolto è stato anche quello di ricostruire il disegno di un’opera, la sua origine, le sue caratteristiche e quindi del complesso di opere che fanno parte della mostra e che ricostruiscono una parte dell’arte italiana tra il 1915 e il 1960”.
Beppe Costa, presidente e amministratore delegato Opera Laboratori: “Dopo la sigla del protocollo di giugno scorso che ha visto la virtuosa collaborazione fra Enti, istituzioni e realtà culturali, possiamo ammirare la ricchezza delle collezioni Monte dei Paschi di Siena e Cesare Brandi esposte nelle sale dell’Antico Ospedale di Siena. La mostra Costellazioni è frutto di un lavoro sinergico con un obiettivo comune che è quello di valorizzare, promuovere e diffondere l’arte italiana raccontando un periodo particolare come quello che va dalla grande guerra al boom economico. Le opere sono state scelte con un occhio attento in grado di privilegiare i capolavori ma anche opere meno conosciute ma ugualmente importanti e identitarie perché espressione di un territorio”.