“Da alcuni mesi assistiamo ad un progressivo peggioramento dell’organizzazione del servizio di emergenza urgenza nell’area senese di competenza dell’AUSL Toscana Sud Est, determinato, in massima parte, da una prevedibile carenza di personale medico”.
Lo affermano Lucia Barbi, Segretaria Generale FP CGIL Siena e Antonio Melley, coordinatore FP CGIL USL Toscana Sud Est.
“Gli infermieri del 118 senese hanno sopperito alle carenze con grande spirito di responsabilità e disponibilità, sobbarcandosi di turni ed attività molto più del dovuto. Questa situazione non è più tollerabile. Abbiamo più volte chiesto alla Direzione aziendale che si modificasse l’organizzazione del servizio di 118 della zona senese, che rappresenta un’anomalia nel panorama regionale e della stessa AUSL Toscana Sud Est, ma non è stata data alcuna reale risposta”.
“Non comprendiamo perché nelle Postazioni di emergenza territoriale (PET) di tutta la provincia di Siena vi sia oltre l’80% coperto da un’auto o da un’ambulanza con medico a bordo, mentre negli altri territori di Arezzo e Grosseto vi sia un rapporto molto più equilibrato con una prevalenza (60%) delle ambulanze infermieristica. Chiediamo all’Azienda il motivo di questa differenziazione e perché il servizio del 118 senese venga affidato a figure professionali diverse, senza una regola”.
“A fronte di una carenza di medici specialisti per l’emergenza, sia del 118 che nei pronto soccorso (prevista e prevedibile), si decide di non decidere, confermando una distribuzione anomala e non giustificabile con livelli di cura e assistenza dei cittadini differenti che non trova riscontri in altri territori e che rivela oggi tutte le sue lacune. Di giorno in giorno si decidono quali turni di lavoro sono affidati a medici o infermieri nello stesso PET, anche se formalmente resta la competenza del mezzo medicalizzato, semplicemente sulla base di chi si rende disponibile. Spesso si generano difficoltà nel passaggio di consegne (procedure, dotazioni farmacologiche, ecc.) tra le 2 figure professionali, che invece non possono essere sovrapponibili e si chiede agli infermieri di assumersi responsabilità non proprie. Ciò è ancor più grave nei casi in cui le postazioni sono lontane dai presidi ospedalieri (o con una viabilità complicata) e/o vi è una maggiore domanda di assistenza”.
“Gli infermieri hanno una dignità professionale che deve essere riconosciuta e valorizzata anche nel senese e si deve trovare adesso una definizione di un nuovo modello organizzativo che garantisca un uguale livello di tutela della salute dei cittadini in tutta la Toscana Sud Est, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e della lavoratrici, con un’assistenza integrata tra le diverse professioni”.
“La mancanza delle scelte ormai consolidate e uniformi negli altri territori, oltre a generare ingiustificate asimmetrie nei percorsi assistenziali, provoca lo spreco di risorse mediche da utilizzare in modo appropriato, poiché preziose in questo momento di difficoltà di tutto il sistema di Emergenza-urgenza” concludono.