Studiare e laurearsi in carcere. In Toscana è possibile da 20 anni e continuerà ad esserlo grazie all’accordo siglato tra Regione, Atenei e Polo Universitario Penitenziario.
Negli ultimi tre anni sono stati più di 400 gli studenti immatricolati. Fanno parte dell’iniziativa sia Università degli studi che l’Università per Stranieri di Siena, quest’ultima dall’anno scolastico 2017/2018 con un progetto coordinato dalla professoressa Antonella Benucci, che già in passato si è occupata di formazione di detenuti stranieri e del personale penitenziario.
“Per la vocazione della nostra università – spiega Benucci – ci rivolgiamo in particolar modo alle persone non italiane. Stiamo progettando una certificazione specifica per ovviare a due problematiche: il riconoscimento dei titoli di studio pregressi e necessitano di una adeguata conoscenza dell’italiano per seguire i corsi”
L’Università per stranieri di Siena ha ideato anche un master di secondo livello per preparare docenti e operatori penitenziari a gestire la pluralità di lingue e culture presenti nelle carceri. Tra gli studenti invece è il corso di mediazione linguistica quello più gettonato.
“Al momento abbiamo 5 iscritti ai corsi universitari e più di 20 dal carcere di Porto Azzurro che seguono la nostra certificazione della lingua italiana – dice la professoressa Antonella Benucci”. I nostri studenti quando sentono parlare di attività didattiche sono molto entusiasti e chiedono di poter svolgere i tirocini in carcere. Molti di loro diventeranno dei mediatori linguistico culturali“.