I consiglieri di Nero su Bianco hanno presentato un’interrogazione sui lavoratori Fruendo
Nubi nere all’orizzonte per i tanti dipendenti del Monte dei Paschi esternalizzati in Fruendo. Ormai la questione non fa più notizia e si rischia di dimenticare che sono a rischio migliaia di posti di lavoro.
Per questo i consiglieri di Nero su Bianco Alessandro Piccini e Maria Isabella Becchi hanno presentato un’interrogazione urgente, del quale però il consiglio comunale non ha discusso ritenendo che non esista motivo d’urgenza.
Riportiamo integralmente l’interrogazione.
Considerato che, oltre mille dipendenti di Mps di età media ben oltre la cinquantina, di cui una buona parte appartenenti alle categorie protette, sparsi da Milano Abbiategrasso , Padova a Lecce, dal primo gennaio 2014 sono stati “esternalizzati” alla Fruendo società controllata da Bassilichi al 60% e Accenture al 40%, tra l’altro senza che a nessuno fosse richiesto un parere in applicazione, secondo l’interpretazione da parte della banca, dell’articolo 2112 del cod.civ. (Ricordiamo che Bassilichi è a sua volta partecipata da fondi riconducibili direttamente alla banca MPS che è anche il principale committente di Fruendo);
_a poco più di due anni e mezzo dal lancio di Fruendo i fratelli Bassilichi e i fondi riconducibili a Mps, a causa delle turbolenze del mercato o soprattutto per le difficoltà del principale committente, cioè il Monte dei Paschi di Siena, hanno deciso di cedere il controllo del gruppo;
_a correre subito in soccorso è Cbpi, l’Istituto centrale delle banche popolari italiane, detentore di CartaSi, leader indiscusso nel mercato nazionale dei pagamenti elettronici e nei servizi di monetica. Cbpi è anche nella compagine di Atlante, il fondo di salvataggio nato per sostenere le banche italiane in difficoltà nelle operazioni di ricapitalizzazione e nella gestione dei crediti in sofferenza;
_la trattativa molto avanzata si è però arenata davanti alla montagna di cause intentate dagli esternalizzati contro Mps, delle quali ad oggi su 720 procedimenti avviati, (di cui circa 630 in prima istanza e circa 80 un mese fa ) 350 sono stati vinti in primo grado dai lavoratori ricorrenti e con gli appelli alle porte calendarizzati nei prossimi mesi di ottobre e novembre, tra l’altro le cause sono in contestazione dell’art. 2112 C.C. prima citato (trasferimento di ramo azienda già precostituita senza il consenso dei lavoratori), risultato fra i motivi oggetto di tutte le cause vinte fino ad ora, le ultime due di pochi giorni fa a Lecce, che hanno evidenziato come l’art. da applicare fosse il 1406 C.C.: trasferimento di ramo azienda non precostituito e comunque non autonomo con previsione del consenso dei lavoratori (come in questo caso, dove Fruendo è stata creata solo pochi mesi prima dell’esternalizzazione). Un contenzioso, quindi, che evidentemente spaventa Cbpi.
Tenuto conto che,
Bassilichi in persona e altri dirigenti (si dice anche con toni non troppo concilianti) sembra abbiano cercato di non far sfumare l’affare chiedendo al sindacato di convincere uno per uno i dipendenti di Fruendo a ritirare i ricorsi. Richiesta giudicata irricevibile perché sono cause individuali;
_rifiutando l’accordo potrebbe profilarsi anche il rischio della nascita di una volontà di disfarsi definitivamente di costi e rapporti di lavoro visto che, per far questo può bastare la semplice revoca del contratto di servizi, raggiungendo forse, a tre anni di distanza il principale, se non l’unico obiettivo che il management della banca di allora si erano preposti;
_nella società in questione vi lavorano un numero consistente di senesi che rischiano di trovarsi in una situazione difficile sia che la trattativa non vada a buon fine per il rischio sopra descritto (tenuto conto anche di quanto dichiarato dalla stessa dirigenza di Fruendo in un incontro con i sindacati, cioè che Fruendo non può sopportare più di 60 – 80 cause a fronte dei numeri citati in premessa), sia che la trattativa si concluda (voci dicono che siano già state vendute delle quote) perché la prima domanda che viene spontanea è: che interesse può avere questa nuova società a mantenere l’attività sparsa per l’Italia (sono 7 poli) quando per economicità si può concentrare in un unico polo massimo 2 magari su Roma e Milano? Ovviamente con tutte le conseguenze del caso facilmente immaginabili per i lavoratori.
Tutto ciò premesso si chiede al Sindaco
_ se è a conoscenza e quindi può confermare le notizie sopra esposte;
_ se è ancora convinto, come lo era allora, che l’operazione di esternalizzazione fatta sia stata strategica per MPS e se sia in linea con le aspettative a suo tempo dichiarate; tra l’altro aveva anche fortemente cercato di rassicurare una delegazione di dipendenti ex bmps al riguardo, in un incontro dedicato su accettazione d’invito nel suo ufficio;
_ se confermate le notizie sopra dette, a fronte di una ormai sempre più evidente errata operazione di esternalizzazione, non intenda esercitare il suo peso di Sindaco come ha fatto in altre situazioni anche recenti, richiamando ad una presa di responsabilità per favorirne la conclusione in maniera più positiva possibile non solo per tutelare al massimo i propri concittadini coinvolti, ma per una conclusione di una vicenda che sta dando sicuramente un’immagine negativa alle società coinvolte.