E’ arrivato oggi il via libera di Borsa Italiana per la quotazione dell’azienda farmaceutica senese Philogen. Per i prossimi giorni è atteso quello di Consob per l’ok definitivo, forse già domani.
Al momento del collocamento, la capitalizzazione di Philogen potrebbe valere quanto la metà della banca Monte dei Paschi, se i valori venissero confermati, con costi enormemente più gestibili.
Tutto è cominciato a Rosia, dove sorgevano gli impianti della Sclavo. A distanza di anni, i discendenti di Achille hanno trovato la forza, il coraggio e la capacità per ripartire con un capitale di partenza di venti milioni di vecchie lire. Nel 1996 nasce Philogen, azienda farmaceutica specializzata nella ricerca e messa a punto di farmaci antitumorali.
Nel 2011 la Philogen ricompra i terreni di Rosia un tempo Sclavo e poi Bayer, e costruisce una struttura che oggi si sta ampliando per ospitare una più grande officina farmaceutica, dove creare un centro per la produzione di anticorpi veicolati. Questa la specialità dei fratelli Neri. A cosa servono? Per combattere malattie come il melanoma, l’endeometriosi, l’artrite reumatoide. Tutte malattie che per svilupparsi creano nuovi vasi sanguigni (angiogenesi ndr). Nei vasi neo formati ci sono delle proteine. Gli anticorpi veicolati hanno il compito di legarsi alla proteina vascolare in questione, portandosi dietro un agente che sarà anti infiammatorio o infiammatorio, secondo il tipo di malattia da sconfiggere. Il principio degli anticorpi veicolati è quello, in parole povere, di far morire di fame le cellule malate.
Philogen è un’azienda pioniere in questo settore, cioè il Vascular Targeting.
Oggi sul piatto c’è lo studio di fase 3 di un farmaco creato dalla Philogen: il Nidlegy. Si tratta di un farmaco che bloccherebbe il melanoma in stadio 3. La buona notizia è che gli studi clinici in corso hanno superato la seconda interim analysis. Niente male per la piccola Philogen che ha sempre presentato bilanci in utile, senza ricevere fondi statali o regalie