Lettera anonima con minacce contro il Governatore della Misericordia di San Gimignano. Giacomo Bassi risponde: “contattatemi e avviamo un dialogo”

Troppo spesso le persone si fanno trascinare da una propaganda sbagliata su questi temi.

Di Matteo Borsi | 25 Giugno 2021 alle 12:52

Lettera anonima con minacce contro il Governatore della Misericordia di San Gimignano. Giacomo Bassi risponde: “contattatemi e avviamo un dialogo”

Non è la prima volta che Giacomo Bassi, ex Sindaco di San Gimignano e attuale Governatore della Misericordia, viene preso di mira per le sue idee o le tematiche da lui trattate. “Nel 2018 mi fu dedicato uno striscione perché avevo scelto di aderire a uno sciopero promosso a livello nazionale per sollecitare il parlamento all’approvazione finale della legge sullo Ius Soli, e anche in quel caso – afferma – avevo invitato al dialogo, ma ovviamente nessuno si è palesato.”

Oggi la storia si ripete, questa volta con una lettera anonima contenente insulti e minacce riferita molto probabilmente alle attività della Misericordia, molto attenta alle tematiche dei migranti e dell’integrazione. “Farò denuncia ai carabinieri dice Bassi – ma principalmente vorrei fare un invito agli autori del gesto. Contattatemi, anche privatamente, parliamone insieme. Molti soggetti sono vittima di una propaganda troppo spesso sbagliata su questi temi, e penso che il dialogo aiuterebbe ad alleggerire posizioni estreme o ideologie di morte”. E poi conclude, – “se riuscissi a incontrare queste persone gli regalerei l’enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”. Sono convinto che contenga molti argomenti veri che porterebbero a rivedere certe posizioni estreme.”

Matteo Borsi

Nasce a Siena nel 1979, dove inizia a bazzicare la radio a 16 anni. Dopo una lunga parentesi nella pallacanestro di alto livello nel Dicembre 2015 è tornato al primo amore, che non si scorda mai: il giornalismo. È Direttore Generale e Direttore Responsabile di RadioSienaTv. Ama i viaggi in camper, i suoi due figli, la fotografia, la cucina, il basket e… il Vivo d’Orcia.



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