Maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni, il tutto tra le mura domestiche. Una triste storia che si ripete sempre più spesso, che coinvolge soprattutto le donne. La paura di stare nella propria casa, l’insicurezza, la speranza, vana, che le cose si aggiustino da sole, che la violenza, tanto fisica quanto psicologica, prima o poi finisca. Questa volta però una 46enne senese ha aperto gli occhi, si è fatta coraggio e ha preso la decisione giusta, quella di denunciare.
Le indagini della Polizia hanno portato all’allontanamento dalla casa familiare di un 50enne senese, con prescrizione di non avvicinarsi ai luoghi frequentati abitualmente dalla vittima. Dalle indagini scattate a seguito della denuncia della donna, 46enne, svolte anche con l’ascolto di diversi testimoni, è emerso che dal 2018, in più occasioni, il marito l’avrebbe minacciata più volte di “ammazzarla di botte”, ponendo in essere atti intimidatori nei suoi confronti. Non solo. Nelle serate in cui rientrava a casa ubriaco e lei stava già dormendo, la svegliava, costringendola ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà. La donna, per il timore di svegliare le due figlie, entrambi minorenni, si sottometteva alla superiorità fisica di lui in silenzio. Raramente riusciva a divincolarsi dalla stretta dell’uomo e a chiudersi a chiave in bagno, non senza subire violenze fisiche, in occasione di ogni lite, tanto da presentare spesso ematomi sulle braccia.
Le violenze e gli atti intimidatori sono proseguiti fino all’agosto di quest’anno, ingenerando in lei un perenne stato di umiliazione ed un concreto timore per la propria incolumità fisica. Dagli accertamenti svolti dagli investigatori è anche emerso che, in una circostanza, l’uomo l’ha prima afferrata per il collo, per poi lanciarle contro il telefono cellulare da distanza ravvicinata, provocandole lesioni alla fronte, refertate con sei giorni di prognosi e alcuni punti di sutura. Oltre alle violenze fisiche, la tempestava di messaggi al cellulare, ripetitivi e assillanti, al punto che lei, per paura di gravi conseguenze per sé e per le figlie, aveva preso l’abitudine di chiudersi dentro casa.
Sono cinque, negli ultimi tre mesi, le misure cautelari eseguite dalla Squadra Mobile di Siena, fra cui un arresto in custodia cautelare in carcere, legate ai rapporti violenti fra conviventi, nella stragrande maggioranza dei casi commesse nei confronti delle donne.