Con il caldo il primo pensiero va al mare. Crema solare in borsa e voglia di fare un tuffo, ma una volta in spiaggia i problemi sono altri, e non di poco conto. Ombrellone, infatti, fa rima con inflazione. L’estate 2023 rischia di essere ricordata come quella dei record e non solo sul sul fronte del caldo, ma anche per i prezzi e le tariffe. Molti stabilimenti balneari hanno apportato modifiche ai propri listini applicando rincari delle tariffe al pubblico per numerosi beni e servizi: lo spiega il Codacons che ha verificato i prezzi su alcune delle spiagge più note d’Italia. Si parte con le tariffe giornaliere per ombrelloni, lettini e sdraio, che registrano incrementi medi del +10%/+15% in tutta Italia con punte del +25% rispetto allo scorso anno, come confermato dagli stessi gestori che hanno parlato in questi giorni di aumenti «inevitabili» generati dai maggiori costi a loro carico. Per affittare un ombrellone e due lettini durante il weekend, in uno stabilimento medio, si spendono quest’anno tra i 30 e i 35 euro al giorno, analizza il Codacons. C’è chi ci fa caso e chi meno. “Aumenti fisiologici e non traumatizzanti”, afferma un cittadino romagnolo in vacanza in Versilia. “30% di rincari”, afferma invece un’altra balneare.
Il Codacons ha, inoltre, elaborato a inizio estate una mappa delle spiagge più costose in base ai prezzi di noleggio giornaliero ad agosto . Fra queste c’è il “Twiga” di Forte dei Marmi: tenda araba con sofa, 2 letti king size, 2 lettini standard, 1 sedia regista e 1 tavolini valgono 600 euro. Qui si registra l’aumento più forte delle tariffe (+50%) rispetto agli anni passati: nel 2020, in base ad una analoga indagine condotta dal Codacons, una tenda araba al Twiga costava 400 euro al giorno. Ma una volta fuori dalla spiaggia si registra un aumento dei prezzi anche nei bar e ristoranti. Da caro spiaggia a caro-spritz: fino a 18 euro a Forte dei Marmi.