Reduce dalla vittoria della medaglia d’argento alle Paraolimpiadi di Parigi, il campione di scherma senese Matteo Betti si è raccontato a Domenica Sport Siena in onda su Siena Tv, in attesa della celebrazione organizzata dal Comune di Siena oggi pomeriggio al Santa Maria della Scala, insieme ad Alice Volpi.
Betti ha ripercorso l’avventura parigina, raccontando le emozioni della vigilia. “Quando sono partito – ha spiegato – non pensavo al fatto che mi mancasse la medaglia, volevo per prima cosa divertirmi, sapevo che era il sistema più utile per arrivare al risultato, come ho fatto a Tokyo. Già nei giorni precedenti ho visto un tabellone favorevole, e così mi sono ingolosito, e ho pensato che questa poteva essere la mia occasione dopo il quarto posto a Tokyo, arrivato con tanti rimpianti”,
Un crescendo di emozioni sulla pedana: “Siamo stati bravi ad arrivare in fondo, con assalti netti, il percorso lo abbiamo fatto sembrare più facile di quel che stato – assicura – prima la sfida contro un avversario francese, con un tifo a suo favore di 8mila persone sotto al grand palais. Mi sono davvero divertito, ci eravamo preparati a questo. Hanno provato a metterci in difficoltà con una protesta formale, sapevano di perderla. Nel quarto di finale l’avversario l’abbiamo letteralmente sbriciolato, in semifinale abbiamo trovato un atleta turco che non credevamo potesse arrivare lì. A quel punto ho messo in campo l’esperienza accumulata in questi 15 anni e ha fatto la differenza. In finale il mio avversario è stato più forte – ammette – ma ho provato a vincerla”.
Un’esperienza, quella delle paralimpiadi francesi, indimenticabile: “Ho scelto di non andare in giro per Parigi e di vivere il villaggio paralimpico, è qualcosa di eccezionale, si vedono tante disabilità, alcune lievi altre più gravi, ma tutti sono i migliori del mondo in qualcosa, questo è un cambio di prospettiva che fa bene. Farebbe bene passare almeno 10 minuti nella vita in un villaggio paralimpico” sottolinea.
Domani la festa del Comune: “Sarà bellissimo, non vedo l’ora, vogliamo rendere omaggio alla nostra città che ci ha spinto a dare qualcosa in più, ho sentito davvero il sostegno da casa, era l’arma per mettere la stoccata in più – rivela – il successo appartiene a tutti. A chi dedico il successo? Per la prima volta sono veduti a vedermi mia moglie e mio figlio, non ha avuto prezzo vincere davanti a loro”.
Dopo un po’ di riposo, si riparte a caccia di nuovi obiettivi: “Lo stacco è già finito, abbiamo ripreso gli allenamenti, adesso c’è la tappa della coppa del mondo a Pisa, un momento per vedere a che punto siamo. Los Angeles è lontana, ma programmiamo il mondiale, sarà un bel banco di prova. Io compio fra qualche mese 39 anni, l’anno prossimo saranno 40, facciamo un passo per volta”.