Dei 24 soggetti finiti sotto indagine nell’ambito dell’inchiesta “Cupiditas”, la maxi operazione con cui Procura e Carabinieri hanno smantellato nell’ottobre una vasta rete di smercio di droga in Val d’Elsa, con un giro da 600mila euro, 23 hanno chiesto riti alternativi, tra patteggiamenti, messe alla prova e riti abbreviati.
La decisione del gup del Tribunale di Siena e la definizione delle varie posizioni arriverà a inizio ottobre. Solo un indagato andrà per il rito ordinario. Secondo l’ipotesi accusatoria l’attività di spaccio avveniva in alcuni centri della Valdelsa senese e fiorentina, in favore di acquirenti che accorrevano anche da altre province toscane; la rete di smercio aveva a disposizione un magazzino, in cui si riunivano lavorare e confezionare lo stupefacente destinato alla vendita, nonché per spartirsi proventi e rifornire i pusher. Un indagato risulterebbe essere una figura cardine, poiché, sfruttando il suo lavoro itinerante sul territorio, agiva come un vero e proprio “fattorino della droga”.
C.C