Fabrizio Mezzasalma, segretario aziendale Anaao Aou Senese, sullo sciopero di medici e infermieri che si è svolto stamani a Roma. La protesta ha coinvolto anche i professionisti delle Scotte, che sottolineano la necessità di interventi rapidi.
“Lo sciopero per medici ed infermieri è da sempre una scelta difficile ed estrema – premette – Ciò perché la categoria degli operatori sanitari ha per sua natura come principio inviolabile la “cura” del paziente. Ma è proprio per mantenere possibile questa “cura” che abbiamo sentito l’esigenza di manifestare il nostro dissenso e fare emergere ancora una volta le criticità di un sistema al collasso. La nostra protesta non verte solo sui diritti della categoria, che ancora una volta viene trascurata dalla politica, ma anche sulla tutela del diritto alla salute di tutta la popolazione. Viviamo un momento di crisi del SSN che da anni assiste ad una riduzione degli investimenti con un finanziamento del fondo sanitario nazionale tra i più bassi in Europa ed una spesa sanitaria del 6,2% del PIL contro la media OCSE del 6,9%. La presenza di tetti di spesa sulle assunzioni, lo spettro dell’autonomia differenziata, l’inefficiente gestione delle liste di attesa ed il mancato riconoscimento economico e di qualità del lavoro dei dipendenti, stanno portando ad una silente demolizione del sistema di cure pubbliche con una migrazione di medici e pazienti verso il sistema privato”.
“La scelta politica è chiara – si sottolinea – Manca il coraggio per affrontare il tema della sostenibilità del sistema e mancano le capacità per organizzarlo in modo più efficiente per cui lo si impoverisce gradualmente favorendo il privato. Il DdL sulla manovra 2025 presentato alcune settimane fa è chiaro: le risorse stanziate per il fondo sanitario non consentiranno di attuare il piano straordinario di assunzione di medici ed infermieri. Abbiamo gli stipendi più bassi di Europa e la risposta del governo è decisamente deludente con un incremento previsto di 50 centesimi al giorno. Inaccettabile. I giovani medici, investimento di un intero paese, migrano all’estero dove trovano condizioni di lavoro decisamente migliori. Inoltre siamo stanchi di subire aggressioni ad opera di cittadini. La risposta del governo al tema delle aggressioni è ampiamente insufficiente”.
“Infine – prosegue Anaao – la depenalizzazione dell’atto medico. La medicina difensiva in Italia raggiunge cifre record stimate di 10-11 miliardi e il 95% delle denunce subite dai medici si conclude con assoluzione o archiviazione. Oggi solo in Italia, Messico e Polonia l’atto medico può essere perseguito penalmente. Considerando la nostra realtà locale possiamo affermare che a Siena abbiamo una sofferenza cronica di personale medico ma soprattutto infermieristico. La politica di controllo dei costi e il vaglio su tutte le assunzioni da parte della Regione porta ad una difficoltà dell’azienda nel rimpiazzare o integrare le carenze di organico. Ci sono interi reparti in crisi e spesso non si trovano specialisti disposti a venire a lavorare nel nostro ospedale e non solamente nelle specialità carenti a livello nazionale. C’è da prendere in considerazione il costo della vita, il ridotto accesso alla carriera per i medici ospedalieri in una azienda mista ospedaliero-universitaria e la mancata perequazione stipendiale tra le aziende della Regione Toscana. I medici ospedalieri di Siena hanno, per motivi complessi e dipendenti dalla diversa capienza dei fondi, stipendi più bassi dei loro colleghi delle altre aziende. La politica regionale deve prendere atto che bisogna applicare un sistema di retribuzione più equo con una premialità che riconosca le competenze e la complessità del lavoro dei professionisti senesi che vengono chiamati a gestire casi più difficili rispetto ad altri ospedali. L’ospedale di riferimento dell’area vasta deve diventare più attrattivo, ricercando e trattenendo i professionisti migliori con un giusto accesso alla carriera per gli ospedalieri e un riconoscimento economico adeguato” è la conclusione.