Una serata speciale stasera in casa Mens Sana Basketball. A distanza di quasi 10 anni da quella amara partita della finale playoff contro Milano nel 2013-2014, l’ultima della storia della Mens Sana Basket poi fallita, è tornato – in occasione della sfida con Pino Firenze – l’amatissimo coach Marco Crespi, che in una situazione societaria difficilissima seppe guidare i biancoverdi, sospinta da un tifo impagabile, a un tiro da un autentico miracolo sportivo.
“Quando si torna a casa non ci può essere che emozione – ha detto Crespi – ci si guarda a giro, si cerca un punto di riferimento, un dettaglio che faccia scattare un ricordo. Ma non c’era bisogno di tornare per sentire le emozioni, ogni giorno mi capita di raccontare a me stesso o a chi mi sta intorno un qualcosa delle due annate vissute e in particolare di quell’annata che fu qualcosa di differente. Ci si è dati tanto, ho dato tanto e ho ricevuto tanto, c’erano grandi difficoltà per i motivi che conosciamo e avevo intorno persone speciali, ho dato tutto me stesso contagiando gli altri”.
“Che cosa significa Something different? Ai bambini racconta questo. Una volta prima di gara 4 a Reggio Emilia, la Mens Sana perdeva 2-1 ai playoff e sarebbe stata la sua ultima partita nella sua storia, e c’era un giocatore, Othello Hunter – che poi avrebbe fatto altri dieci anni ad altissimo livello in Euroleague – indeciso se giocare per alcuni problemi fisici. Però mi disse ‘io oggi gioco, tutti i bambini a Siena che giocano a basket hanno la maglietta della Mens Sana, gioco per quei bambini’. E così ai bambini che si divertono in palestra dico di cercare su Google Hunter, lui giocava per voi gli dico, già pensava a voi”.