Il futuro della mensa Bandini è ad uno snodo fondamentale. Il locale è ormai chiuso dal 2021 perché necessitava di un importante intervento di adeguamento sismico e proprio per la realizzazione di questi lavori la Regione Toscana aveva stanziato 4 milioni di euro. Una cifra che rischia di andare persa se l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio (Dsu) e il Comune di Siena non trovano un progetto condiviso. Negli scorsi giorni le due parti si sono incontrate e con tutta probabilità hanno scelto una direzione comune anche in vista di domani, venerdì 9 febbraio, quando durante il Consiglio Comunale la giunta sarà chiamata a rispondere ad una interrogazione del Gruppo del Partito Democratico proprio sui lavori alla mensa universitaria Bandini.
Lo spazio è di proprietà dell’azienda regionale per il diritto allo studio da fine 2013 e, fino al 2021, è stata la mensa per studenti nel centro storico, insieme a quella di Sant’Agata.
I lavori per l’adeguamento sismico, però, sarebbero a dir poco invasivi e creerebbero degli importanti disagi anche alle persone che risiedono nello stesso immobile in cui è stata ricavata la mensa. Anche per questo non è da escludere che l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio e il Comune di Siena optino per una soluzione differente, anche se prevedere quale sia non è semplice. Lo spazio non sarebbe adatto per la realizzazione di una nuova residenza universitaria e, per stessa ammissione del Dsu, con i lavori al sistema antincendio nelle residenze già sul territorio in dirittura di arrivo, i posti sarebbero sufficienti per rispondere alla domanda degli studenti fuori sede. Inoltre, anche a Siena sta iniziando a prendere piede un sistema che fonde pubblico a privato: alcuni studenti sarebbero stati collocati in delle residenze di privati ma con il rimborso spese fornito dal Dsu. Una mensa nel centro storico da affiancare a quella di Sant’Agata sarebbe la soluzione migliore secondo gli studenti di Cravos che nei giorni scorsi hanno espresso il loro disappunto per questa vicenda. L’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio ha provato a porre rimedio avviando una serie di punti ristoro dislocati nei vari poli universitari ma anche in quell’ambiente non negano che una seconda mensa nel centro storico sarebbe utile. Nel Consiglio Comunale di domani l’Amministrazione dovrebbe dare un indirizzo da seguire per quello spazio, ormai in disuso da tre anni, ma con in pancia 4 milioni di euro che non devono essere sprecati.