Al via le procedure per far arrivare in Toscana 10 mila lavoratori stagionali extracomunitari il cui apporto è fondamentale per i primati del Made in Tuscany a tavola ma anche per molti altri comparti, dal turismo alla ristorazione. Un prodotto agricolo su due è infatti raccolto da mani straniere garantendo una forza lavoro indispensabile in una regione dove la carenza di manodopera è diventata una emergenza strutturale. Sono quasi 24 mila i lavoratori provenienti da tutto il mondo che hanno trovato regolarmente occupazione nelle aziende agricole toscane assicurando circa 3 milioni di giornate di lavoro. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti Toscana in vista del Click Day il 25 marzo per l’ingresso in Italia di 89.050 lavoratori subordinati stagionali con contratti fino a 9 mesi. “Si tratta di una forza lavoro importante per sopperire alla mancanza di manodopera soprattutto durante le fasi della raccolta della frutta, del vino e dell’olio ma anche nella zootecnica e negli agriturismi dove si fatica a trovare personale. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – Il lavoro c’è, mancano le mani ed i cervelli. In questo senso è importante affrontare il tema della disponibilità di lavoratori con una gestione dei flussi più efficiente ed allineata con le esigenze delle imprese che devono attendere molti mesi prima di poter contare sui lavoratori stagionali richiesti attraverso il decreto flussi”.
Nelle campagne servono – sottolinea Coldiretti Toscana – non solo addetti alla raccolta per le verdure, la frutta e la vendemmia ma anche figure specializzate come i trattoristi, i serricoltori, i potatori. Non vanno dimenticati poi – continua Coldiretti Toscana – i nuovi sbocchi occupazionali offerti dalla multifunzionalità che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Quasi un’azienda agricola su due (41%) si trova o si è trovata in carenza di manodopera mentre il 53% fa ricorso ai lavoratori stranieri soprattutto nel periodo primaverile ed estivo secondo l’indagine conoscitiva “Gli immigrati e l’agricoltura nella Regione Toscana” realizzata da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica. La durata del rapporto di lavoro per le aziende che hanno fatto ricorso a manodopera non italiana e? di almeno 6 mesi (fino ad un anno) nel 44% dei casi, tra 3 – 6 mesi nel 31%, tra 1 e 3 mesi nell’11%. Meno di un mese per l’8%. – prosegue Coldiretti Toscana – Un dato spiegabile con la stagionalità? del lavoro agricolo salvo in quei casi neanche troppo minoritari in cui l’impresa e? gestita insieme a immigrati presenti da tempo in Italia e fidelizzati presso le aziende che affidano ruoli della durata maggiore di 6 mesi. La forma contrattuale a tempo determinato è la più comune (66%).
Tutte le domande – precisa Coldiretti Toscana – possono essere presentate fino al 31 dicembre in base alla disponibilità delle quote. I Paesi che hanno sottoscritto l’accordo sono Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Corea del Sud, Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Georgia, Ghana, Giappone, Giordania, Guatemala, India, Kirghizistan, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Perù, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia e Ucraina.