Si è tolta la vita il giorno di Pasquetta, impiccandosi all’interno di un capanno alle pendici del Monte Amiata: la Procura di Siena ha aperto un fascicolo sulla tragica morte di una 19enne rumena residente ad Abbadia San Salvatore. Un gesto che non convince fino in fondo gli inquirenti, i quali indagano ipotizzando contro ignoti il reato di istigazione al suicidio.
La giovane si era allontanata da casa lo scorso 13 aprile, per passare del tempo con degli amici, in compagnia dei quali aveva organizzato una braciata all’aperto (peraltro non permessa viste le attuali restrizioni). Alla sera, non vedendola tornare, la madre ha dato l’allarme: i carabinieri della tenenza di Abbadia, dopo ore di serrate ricerche, hanno ritrovato il suo corpo senza vita all’interno di un capannone presso un podere non lontano dalla Cassia, di proprietà del compagno della mamma della ragazza. Dai primi accertamenti è emerso come le cause della morte fossero riconducibili a suicidio, tramite impiccagione. Gli investigatori credono però che dietro a tale tragico atto deliberato ci possa essere stata l’istigazione da parte di qualcuno, o una partecipazione psichica o materiale. La pena prevista in questo caso va dai 5 ai 12 anni di reclusione.
Si lavora dunque per ricostruire i rapporti intercorsi negli ultimi tempi tra la 19enne, i suoi amici e il fidanzato, anche alla luce di alcune sospette chat scoperte su Instagram, e per determinare lo stato d’animo della ragazza negli ultimi giorni. Intanto la pm Sara Faina, titolare dell’inchiesta, ha disposto la riesumazione della salma – che era stata tumulata nei giorni scorsi – per l’esame autoptico, mentre saranno effettuati anche altri test di tipo tossicologico.